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IL DILUVIO, SENZA PRECEDENTI, DEL TAMIL NADU

[05 Dicembre 2015]

Mentre alla Conferenza delle Pparti dell'UNFCCC in corso a Parigi l'India capeggia il manipolo di Paesi che non vogliono prendere impegni vincolanti per ridurre le emissioni di gas serra, lo Stato indiano del Tamil Nadu è stato colpito da piogge torrenziali di un'intensità che non si vedeva da almeno 100 anni, un vero e proprio diluvio che ha già provocato migliaia di sfollati e costretto il governo a chiudere l'aeroporto internazionale della Chennai. Fortunatamente a Chennai (dati del 02 dicembre) non si contano morti, dal 12 novembre, quando sono iniziate le piogge, i feriti in città sono almeno 200, mentre i decessi nel resto del Tamil Nadu sono 180. L'ufficio metereologico nazionale indiano prevede almeno altri due giorni di precipitazioni devastanti nella parte meridionale dello Stato, abitato da circa 70 milioni di persone. Il primo ministro indiano Narendra Modi, intervenendo alla COP21 di Parigi, ha attribuito la responsabilità del diluvio al cambiamento climatico in atto ed ha messo in evidenza la vulnerabilità dei Paesi tropicali come l'India alle condizioni meteorologiche che si fanno via via più estreme. Poi, nel nome del diritto allo sviluppo, ha continuato come se nulla fosse a boicottare un accordo vincolate per il post-Kyoto, anche se ha sottoscritto l'impegno a realizzare la Solar International Alliance.

Intanto l'aeroporto di Chennai è sommerso e resterà chiuso almeno fino al 6 dicembre e migliaia di persone sono in pericolo nelle zone più basse di questa sterminata città di 4.6 milioni di abitanti. Mentre in molti quartieri si circola solo con imbarcazioni di fortuna, il governo ha inviato militari da Bangalore per assistere gli alluvionati di Chennai e oggi il primo ministro del Tamil Nadu, Jayalalithaa, ha efettuato una ricognizione aerea per capire l'entità del disastro nei distretti di Chennai, Kanchipuram e Tiruvallur e Cuddalore, i più colpiti dal diluvio.

Piogge di un'intensità e durata mai vista hanno martoriato i distretti settentrionali del Tamil Nadu e il ministro per lo sviluppo urbano dell'India, M Venkaiah Naidu ha detto che "La situazione è inaudita e senza precedenti" ed ha promesso aiuti per Chennai e le altre aree sommerse, ma secondo una dichiarazione congiunta dell'India Meteorological Department (IMD) e di Skymet, un'agenzia privata di previsioni meteo, nelle prossime 48 ore i danni potrebbero aggravarsi ed estendersi.

I danni per ora ammontano a miliardi di rupie e 72.119 persone sono state ospitate in 432 campi di soccorso, ma migliaia di passeggeri erano ancora bloccati nell’aeroporto e nelle stazioni ferroviarie di Chennai, in moti quartiere cui sono continui e prolungati blak out e i servizi telefonici sono in tilt. Chiuse anche scuole ed università e fermi la maggior parte degli autobus e dei treni suburbani, ma anche molti collegamenti ferroviari con il resto dell’India sono stati annullati.

Lo straripamento dei fiumi ha costretto a chiudere diversi ponti ed è stata aperta la diga di Poondi, che fornisce acqua a Chennai, che aveva superato il livello di guardia. Anche il livello delle dighe di Chembarambakkam, Puzhal e Sholavaram ha superato la soglia di pericolo.

Chennai e gli altri distretti settentrionali del Tamil Nadu sono una sterminata distesa di acqua, ma la vita continua comunque, sia nelle baraccopoli che nei quartieri della borghesia indiana e l'alluvione ieri non ha impedito a molte coppie do sposarsi in tutta Chennai, semplicemente perché, diluvio o non diluvio, era considerato un giorno propizio per i matrimoni. Fonte: Greenreport.

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