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Cod Art 0607 | Rev 03 del 18 Apr 2009 | Data 18 Dic 2006 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

   

 

LE ALGHE

Il presente articolo riprende un contributo pubblicato su questo sito nel dicembre 2006. Rispetto al precedente articolo, sono stati introdotti ulteriori elementi relativi alla sistematica e alla biologia dei gruppi algali. La classificazione delle alghe è in continua revisione, poiché si tratta di organismi eterogenei per caratteristiche ecologiche, fisiologiche e anche ultrastrutturali, per cui nuove conoscenze acquisite determinano continue riclassificazioni.
La definizione più semplice di "alga" è quella riportata da Sina M. Adl et al. in un articolo pubblicato nel 2005, che definisce le alghe come protisti fototrofici, ossia protisti che utilizzano la luce come fonte di energia. Ovviamente tale definizione è limitata alle alghe microscopiche. Esistono altre definizioni che dimostrano tuttavia, come sia difficile proporre una definizione unitaria. Tra queste, ve ne sono alcune che definiscono le alghe come "piante fotosintetiche non vascolari"; tale definizione risulta tuttavia superata. Il termine alga deriva probabilmente dal greco "als + ghignomai" che significa "sale + generare" da cui il significato "generate dal sale". La disciplina che si occupa dello studio delle alghe è la ficologia, che si avvale comunque dei contributi di altre discipline, come la botanica, la protozoologia e l'ecologia marina.
La carratteristica comune a tutte le alghe è quella di avere pigmenti fotosintetici, ma se moltissime alghe sono autotrofe, non è raro trovare alghe a metabolismo misto autotrofo ed eterotrofo.
La sistematica suddivide i vari gruppi in Divisioni (Phyla), due delle quali appartenenti al clade Procariota, mentre le restanti appartengono a quello Eucariota. Il Dominio Eukaryota comprende cinque regni e un Phylum:

Recentemente però la sistematica del dominio Eukaryota è stata rivista, sulla base delle ricerche di filogenesi molecolare. Così il dominio Eukaryota è attualmente suddiviso in sei gruppi:

Il gruppo Archaeplastida si identifica con lo storico Regno Plantae (Haeckel 1866) e comprende tutti gli organismi dotati di clorofila a, quindi anche moltissime alghe. Le alghe sono raggruppate anche all'interno dei taxa Chromalveolata, Excavata e Rhizaria, mentre sono esclusi i primi due gruppi.

Quindi le alghe, essendo un gruppo eterogeneo di organismi, fanno capo, secondo la tassonomia classica, al regno Plantae, al regno Chromista e al regno Protozoa, mentre due sole divisioni, come gia detto, sono incluse nel dominio Bacteria. Spesso quando si tratta la sistematica delle alghe, si fa riferimento al sistema di classificazione del Whittaker (Syllabus der Pflanzenfamilien, 1964) modificato in più di un'occasione negli anni successivi. Sullo stesso argomento sono poi usciti negli anni molti lavori specialistici, basati anch'essi sullo schema del Whittaker, tra cui Bold and Wynne (1978), Margulis (1990), Van Den Hoek et al.(1995), Graham and Wilcox (2000). Nella tabella seguente la classificazione proposta da Barsanti e Gualtieri (2005):

LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
Il livello di organizzazione più basso è dato dalla cellula flagellata (organizzazione flagellata o monadoide). Si tratta di organismi unicellulari con uno o due flagelli, che possono formare colonie o vivere isolati. Il livello successivo di organizzazione (organizzazione rizopodiale o ameboide), comprende organismi uni o pluricelulari riuniti in un plasmodio. Non hanno una forma definita e le cellule, nude, adottano un movimento definito ameboide, per mezzo di pseudopodi. Segue l'organizzazione capsale, con cellule vegetative prive di flagelli, nude e immobili, racchiuse all'interno di un involucro gelatinoso. Il livello che segue, l'organizzazione coccale, è caratterizzata da cellule con parete evoluta e immobili, prive di flagelli e che vivono isolate oppure in forme coloniali. Nel livello di organizzazione tricale o filamentoso, le cellule rimangono unite dopo la divisione, per cui formano filamenti. Anche l'organizzazione sifonocladales è caratterizzata da cellule che formano filamenti, ma in questo caso le cellule sono plurinucleate. I livelli di organizzazione successivi comprendono le forme a tallo, con cellule a crescita pluridirezionale. Nell'organizzazione sifonale l'intero tallo è costituito da citoplasma non diviso e plurinucleato, possono esserci centinaia di nuclei, mentre nell'organizzazione pseudoparenchimatica, tipica delle alghe più evolute, si ha un inizio di organizzazione in pseudotessuti. Alcune alghe, infine, presentano un'organizzazione parenchimatica, è il caso del kelp e di altre specie, che presentano tessuti e strati tridimensionali cellulari, a volte interconnessi da connessioni (plasmodesmi).

IL TALLO
Il tallo può essere definito come una porzione indifferenziata del corpo di una pianta, mancante di vere radici, foglie e fusto. Il termine è comunemente utilizzato per indicare le alghe e i funghi. Il tallo più ridotto è unicellulare, e può essere privo o meno di flagelli. Alcune forme unicellulari come Peridinium oppure Chlamydomonas tendono tuttavia ad aggregarsi a formare archetalli o cenobi, ossia gruppi di cellule unite da una matrice gelatinosa, mobili oppure immobili. Ma nella maggioranza dei casi il tallo è pluricellulare e possiamo distinguere i nematotalli oppure i cladomi. In tal caso si ha l'organizzazione a tallo definita in precedenza. I nematotalli comprendono una parte prostràta e una parte eretta. Spesso una parte o l'altra è soggetta a riduzione, quindi nel caso in cui si riduce la parte eretta rimane il solo tallo prostràto. A volte accade l'opposto e come struttura di fissaggio può rimanere anche una singola cellula digitiforme. Gli altri talli pluricellulari presentano anch'essi una parte prostrata dalla quale si erigono uno o più filamenti a crescita indefinita detti cladomi, che portano altri filamenti più piccoli e a crescita limitata detti pleuridi, che possono essere uniassiali (parte eretta con un solo filamento) o pulriassiali (parte eretta con molti filamenti). I cladomi e i filamenti in generale, sono detti aplostichi se presentano solo setti trasversali, mentre sono detto polistichi se presentano anche setti longitudinali.

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