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Cod Art 0619 | Rev 00 | Data 30 Lug 2013 | Autore: Federico Gamberini

 

   

 

NITROX, UNA MERAVIGLIOSA AVVENTURA

Vorrei oggi introdurre un argomento a cui ogni subacqueo sportivo dovrebbe avvicinarsi, ovvero parlarvi di quella fantastica miscela gassosa che si chiama Nitrox. Noi subacquei ricreativi siamo abituati e addestrati a riempire le nostre bombole con aria compressa fino a 200 bar; questo significa che in immersione respiriamo esattamente la stessa miscela di tutti i giorni, una miscela binaria costituita dal 21% di ossigeno e dal 79% di azoto; i conoscitori della materia mi diranno che non è corretto, ma questa distribuzione percentuale è un'approssimazione a noi funzionale.

E fin qui tutto bene, abbiamo a disposizione il nostro ossigeno indispensabile per la vita ma anche una quantità di azoto che il nostro organismo assorbe senza tuttavia utilizzarlo; anzi ci espone ad alcuni piccoli inconvenienti che quando siamo a secco, ovvero non in immersione, non ci danno alcun fastidio, mentre in fase di immersione ci arrecano qualche piccola problematica, come la narcosi da azoto e il suo assorbimento da parte dei tessuti.

La narcosi, detta anche Effetto Martini, è uno stato transitorio a cui noi subacquei siamo soggetti in tutte quelle occasioni in cui respiriamo aria e quindi anche azoto, al di sopra di una certa pressione, per essere precisi a una pressione parziale del gas superiore a 3.2 bar; questo stato ci produce una sorta di effetto esilarante, paragonabile ad una ubriacatura, nello specifico la sensazione che proviamo è di un intorpidimento dei riflessi e una relativa perdita di capacità di risposta ai segnali, una situazione molto simile a quella di uno che ha bevuto il classico bicchierino di troppo; infatti questo stato può essere accompagnato da stai di ingiustificata euforia.

Niente paura, è solo uno stato transitorio il quale va gestito con rispetto ed attenzione e, se si manifesta questa situazione è bene e necessario risalire di qualche metro e tutto l'effetto magicamente svanisce. Vi è poi l’assorbimento dell'azoto da parte dei nostri tessuti, che aumenta con l'aumentare della profondità e di conseguenza della pressione e fin qui problematiche non se ne sviluppano; la situazione diventa da gestire con attenzione nella così detta fase di risalita, ove la pressione diminuisce e di conseguenza l'azoto viene rilasciato dai tessuti passando al sangue. Occorre molta attenzione, il rilascio deve avvenire in un modo graduale, pena la formazione di macro bolle di gas, che possono in qualche maniera "incepparsi" in alcune parti del nostro organismo, dando luogo a una patologia chiamata MDD o Malattia da Decompressione. Dunque massimo rispetto dei protocolli e rispetto delle soste di decompressione.

Detto questo, vi domanderete, ma che relazione c'è tra la narcosi di azoto, l'assorbimento tissutale e il Nitrox?
Intanto cominciamo con il dire che il nome Nitrox deriva dall'unione di due termini: Nitrogen e Oxygen; la prima significa azoto e la seconda, come avrete gia intuito, ossigeno; per cui il nome ci dice che si tratta di una miscela gassosa binaria di azoto e ossigeno, esattamente come l'aria ma con percentuali assai diverse; qui si scatena la magia del Nitrox. Infatti la nuova miscela gassosa è maggiormente ricca di ossigeno a discapito del restante azoto che è presente in percentuali inferiori rispetto all'aria; possiamo così definire questa nuova miscela "Aria arrichita di Ossigeno" dall'inglese "Enriched Air Nitrox" , chiamata anche comunemente EAN.

A questo punto i fattori scatenanti delle due problematiche sopra citate si riducono in maniera considerevole e questo, per noi subacquei è un enorme vantaggio; il fenomeno della narcosi a parità di quota raggiunta è decisamente più blando e lo stesso assorbimento da parte dei tessuti è estremamente contenuto.
Queste ragioni hanno decretato di fatto il successo del Nitrox, sempre più utilizzata sin dai primi passi nel mondo subacqueo da parte degli sportivi appassionati; tra le altre cose NASE, didattica subacquea a cui appartengo, ha da subito promosso l'utilizzo di questa miscela ad ogni livello di addestramento. Sapendo che ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro, anche il Nitrox non è da meno, infatti con l'aumento della quota di ossigeno si aggiunge una complicazione; l'ossigeno che è fonte di vita e indispensabile all'esistenza di (quasi) ogni forma organica, se respirato a pressioni parziali elevate, cosa che si verifica aumentando la sua percentuale nelle profondità ammesse dalla subacquea ricreativa, può diventare tossico e sviluppare alcune patologie non del tutto trascurabili tra le quali il così detto Effetto Paul Bert e Lorainne Smith; sono in sostanza delle vere e proprie crisi iperossiche che se avvengono quando siamo in acqua la problematica si fa decisamente seria.

Ecco perché a fronte dell'utilizzo di questa miscela è richiesto uno specifico brevetto subacqueo che attesti che il sommozzatore abbia frequentato un corso atto ad istruirlo sulle cautele e sulle procedure che devono essere applicate nell'utilizzo questa miscela, al fine di non incappare in una crisi di natura iperossica, cose semplici, non complicate ma da rispettare con grande serietà.

Nella speranza che queste poche righe abbiano inculcato la curiosità e il desiderio di provare ad avvicinare questa nuova miscela gassosa vi aspetto per i prossimi articoli legati al nostro amato mondo sommerso.

 

 

Federico Gamberini
Istruttore NASE n° OWI13063624IT

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