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Cod Art 0095 | Rev 01 del 20 Feb 12 - 02 del 03 Apr 2013 | Data 30 Dic 08 | Autore P. Giovanni

 

   

I CHITONI

Foto1

Immagine tratta da Magazine Natural History, 1840

La classe Polyplacophora, comprende molluschi a simmetria bilaterale, dalla struttura tipicamente allungata o ovale, appiattiti dorso-ventralmente. Si distinguono per la presenza di otto piastre o valve articolate e sovrapposte in serie. La loro forma è differente e dipende dalla disposizione, che può essere anteriore, intermedia o posteriore. In sezione trasversale le piastre evidenziano più strati sovrapposti. Il più esterno, molto sottile, è detto periostraco, segue poi il tegmento (o tegmentum), calcareo e canalizzato per consentire il passaggio di chemiosensori detti esteti, infine segue l’articulamentum e l’ipostraco, fortemente mineralizzato. L’articulamentum si prolunga anteriormente in due apofisi che costituiscono la superficie articolare di connessione tra due valve, mentre lateralmente, si differenzia nelle lamine di inserzione che vanno a connettersi con il perinoto, la porzione periferica della conchiglia. Questo deriva da un lembo del mantello cuticolarizzato e si presenta liscio oppure con scaglie, setole, spicole o altre strutture mineralizzate che servono a proteggere l’animale.

Il piede occupa la maggior parte della superficie ventrale e si presenta grande e muscoloso, ed è utilizzato per generare depressioni e aderire tenacemente alle superfici rocciose. Il mantello è molto ampio e, tra esso e il piede, si prolunga la cavità palleale, lunga e stretta, all'interno della quale si trovano da 6 a 88 paia di ctenidi bipettinati, che possono essere abanali o adanali, ossia rispettivamente con e senza regioni o spazi interposti tra l’ultimo ctenidio e la regione anale. Il numero di ctenidi è variabile, anche all’ interno della stessa specie, poiché tale numero è proporzionale alle dimensioni dell’animale. Il capo è poco sviluppato e spesso privo di occhi o tentacoli sensoriali, tuttavia alcune specie hanno fotorecettori detti microesteti o macroesteti, questi ultimi sono dei veri e propri fotorecettori. Tra il capo e il piede è presente un residuo del primitivo organo locomotorio proprio degli archeomolluschi ancestrali, detto organo discocefalico. Il pavimento della cavità boccale è provvisto di una lunga radula con 17 denti per ogni fila trasversale, alcuni dei quali contengono magnetite e adatti al continuo logoramento. Dalla radula si origina un lungo sacco detto sacco subradulare, che contiene una struttura sensoria detta organo subradulare.
I chitoni sono quasi tutti dioici e presentano una gonade mediana, dalla quale si dipartono dei gonodotti utilizzati per l’espulsione dei gameti maturi nella cavità palleale. La fecondazione può avvenire in tale sede oppure all’esterno. Le uova sono ricoperte di una membrana protettiva detta corion e può essere liscia o rugosa e da queste deriva una larva pseudotrocofora. Non è mai presente una larva veliger e secondo alcuni autori ciò suggerisce che i chitoni si siano staccati precocemente dalla linea evolutiva del Phylum Mollusca.

CLASSIFICAZIONE DELLA CLASSE Polyplacophora

La classe Polyplacophora è rappresentata da circa 900 specie diffuse in tutti i mari del mondo. La classificazione, ancora provvisoria, si basa soprattutto su caratteri morfologici quali la scultura delle piastre, le caratteristiche delle lamine di inserzione al perinoto e le relative formazioni calcaree o chitinose che lo ricoprono (Smith 1960; Van Belle 1983, 1985; Vaught 1989; Kaas et al.1998). Attualmente le specie esistenti (Neoloricata) sono suddivise in tre sottordini quali Lepidopleurina, Ischnochitonina e Acantochitonina, con un ulteriore sottordine, Afossochitonina, secondo la classificazione di Smith (1960). Altri lavori tassonomici si basano invece su un mosaico di caratteri morfologici e considerano oltre a quelli sopra citati, anche la morfologia delle uova, delle branchie e l’ultrastruttura delle cellule spermatiche (Eerniesse 1984; Sirenko 1993). In tal caso la classe Polyplacophora risulta suddivisa in due grandi ordini: Lepidopleurina, che comprende chitoni con valve primitive senza 'inserzioni a slitta', branchie adanali ossia senza regioni interposte tra l’ultimo ctenidio e la regione anale, uova liscie e cellule spermatiche con un grande acrosoma conico; Chitonina, che comprende chitoni con valve con 'inserzioni a slitta', branchie adanali o abanali, in quest’ultimo caso con regioni interposte tra l’ultimo ctenidio e l’ano, superfici elaborate delle uova e cellule spermatiche con un esteso filamento anteriore del nucleo che ricopre un acrosoma ridotto (Sirenko 1993). L’ultima revisione considera ben 25 caratteri morfologici e si sofferma sulle caratteristiche dell’articulamentum, ossia la superficie articolare interposta tra due valve consecutive (Sirenko 1997), è mantenuta tuttavia la suddivisione sopra riportata e si differenzia dalle precedenti per l’aggiunta di alcune nuove famiglie.

BIBLIOGRAFIA