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Cod Art 0383 | Rev 00 | Data 03 Feb 2011 | Autore Ottavio Luoni

 

GLI IPPOCAMPI

L'etimologia del nome Ippocampo deriva dal greco Hippos = cavallo e Kampos = mostro del mare. Per i poeti greci erano delle creature mitiche per metà cavalli, di cui gli Dei si servivano per attraversare i mari e gli abissi. Inoltre pensavano che il carro di Poseidone, dio del mare, costruito dal dio deforme, Efesto, era trainato proprio da un esemplare di ippocampo.

Scientificamente parlando, possiamo inquadrare i nostri cavallucci marini nella seguente sistematica:

Queste creature marine ricche di fascino, come abbiamo descritto poco sopra, appartengono all'Ordine dei Syngnatiformi. Peculiarità di quest'ultimi è la caratteristica di avere una bocca di dimensioni ridotta, munita di piccolissimi denti, tuttavia assenti in alcune specie. Il nome Signatidi, che in greco significa con mascelle unite, allude direttamente alla forma particolare del loro muso allungato, all'estremità del quale si apre appunto la bocca. Vi appartengono, a questa famiglia, oltre ai cavallucci marini, anche altri pesci come ad esempio i pesci ago (genere Syngnathus) e i pesci rasoio (genere Aulostomus). Ippocampo

Il genere Hippocampus presenta corpo corto, schiacciato lateralmente, che si restringe subito in una coda lunga e quadrangolare; il medesimo corpo è costituito da una serie di robusti anelli cutanei che, nell'Hippocampus guttulatus, sono spesso provvisti di spine ed apofisi che si allungano in appendici dermiche, semplici o ramificate. Normalmente gli occhi sono disposti in mezzo alla testa, sono assenti la pinna caudale e le ventrali, mentre la pinna dorsale è a forma di ventaglio; quella anale è minuscola e corta, a ricciolo, inserita nel primo anello caudale; infine le pettorali hanno la base abbastanza estesa e con raggi corti.

Nel Mediterraneo vivono due specie: l'Hippocampus hippocampus e l'Hippocampus guttulatus. Sono specie sedimentarie che vivono nelle praterie di posidonia e di alghe a profondità variabili da 1 a 25 mt. Possono restare immobili per molto tempo, tanto che addirittura si può osservare sul loro corpo un deposito di sedimenti; quest'ultima peculiarità viene sfruttata per migliorare il loro mimetismo; a questo proposito alcuni rappresentanti di questa famiglia pur di confondersi con l'ambiente circostante, hanno modificato la forma del loro corpo, come ad esempio il cavalluccio fronzuto (Phycodurus eques), oppure il cavalluccio dragone (Phyllopteryx taeniolatus), che hanno sviluppato una serie di propaggini simili ad alghe, appunto per migliorare la propria "tenuta" mimetica".

Sia l'Hippocampus hippocampus che l'Hippocampus guttulatus, presentano un'apertura boccale che è tale da consentirgli una dieta alimentare estremamente selezionata, infatti essi si cibano di piccoli crostacei e di zooplancton, e a volte di piccoli pesci (avannotti), che aspirano con la loro particolare bocca; si spostano tramite propulsione della pinna dorsale che possono muovere fino a settanta volte al minuto. La loro pinna caudale viene utilizzata come timone ed è prensile, per esempio per ancorarsi alle alghe e alle gorgonie Il loro colore caratteristico di solito varia dal grigio al bruno marmorizzato, ma esistono esemplari di colore molto più vivo, dal giallo all'arancio, al blu.

L'apparato digerente degli ippocampi è caratteristico per le sue ridotte dimensioni, questo fatto costringe questi organismi marini a cibarsi più volte durante la giornata. Hanno una vita media di circa 5 anni e sono animali che soffrono molto gli sbalzi di temperatura.

La curiosa posizione verticale degli ippocampi è una risultante della disolazione, tipica della specie, della vescica natatoria e della coda ventrale. Gli adulti sono sessualmente attivi tra i 6-8 mesi di vita, e il loro periodo di riproduzione va dal mese di Maggio al mese di Luglio.

Il maschio presenta una tasca incubatrice posta nei pressi dell'apertura anale, ove la femmina vi "deposita" parecchie uova; la gestazione dura circa 21 giorni, dopo di ché i neonati, dal corpo trasparente, fuoriescono già completamente formati; sono praticamente dei mini ippocampi.
L'accoppiamento è simile in entrambi le specie sopra descritte, ma nella specie Hippocampus guttulatus, durante l'amplesso, le pinne caudali dei partner vengono avvinghiate tra loro, cosa che non succede invece durante l'accoppiamento dell'altra specie presa in esame. Un'altra differenza che contraddistingue le due specie è data anche dalla differenza di lunghezza del muso, che per quanto riguarda l'H.guttulatus è di 2-3 volte il diametro dell'occhio, mentre in 'H.hippocampus il muso è lungo solo 1.5 - 2 volte il diametro dell'occhio . Altra differenza che lo contraddistingue dalla specie precedente è l'assenza di spine dermiche.

Questi organismi vivono solo in acque salate marine, nel Mediterraneo sono molto più frequenti, nell'Adriatico settentrionale e nella Laguna veneta, nonché nell'Adriatico centrale, un tempo erano molto comuni, ora è davvero difficile ossservarne uno. Altrove sono ancora più rari.
Nel mondo sono conosciute circa una trentina di specie di ippocampi, fra queste nelle acque tropicali possiamo citare: l'Hippocampus kuda, specie comune nelle acque Indo-Pacifiche, e che viene spesso catturato e importato per popolare acquari ornamentali; oppure l'Hippocampus hudsonius (di origine Atlantica),.Altra specie caratteristica, originaria del Golfo del Mexico, è l'Hippocampus zosterae, che viene allevato per molte generazioni con relativa facilità, anche perché gli adulti di questa specie si possono adattare bene, allevandoli e nutrendoli solo di larve di Artemia salina, un crostaceo che è molto usato come cibo per pesci d'acquario.

Purtroppo anche ai giorni nostri questi animali, così indifesi, vengono pescati per vari scopi, soprattutto nei paesi asiatici, dove vengono essicati in quanto la medicina tradizionale, attribuisce loro sorprendenti proprietà curative-afrodisiache. Basti pensare che il valore commerciale di questa pesca raggiunge quotazioni paragonabili al commercio di metalli preziosi , come l'oro e l'argento.

A questo proposito, nel 2002, a Santiago del Cile, il CITES ha stabilito alcune regole per la pesca e la vendita degli ippocampi, nel tentativo di preservare questi animali così caratteristici e indifesi.

Nella stesura di questo articolo mi ha fatto da aiutante mia figlia Alessia, di 12 anni.

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