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Cod Art 0333 | Rev 00 | Data 05 Ott 2010 | Autore Pierfederici Giovanni

 

UN MARE DI.... MAMMUTH

Buigues e Mol Bernard Buigues e Dick Mol al lavoro

Il Mare del Nord nasconde ancora molte testimonianze di un passato recente. Le sue gelide acque hanno restituito nel 2009 il primo osso fossile di un uomo di Neantherdal mai rinvenuto in mare. Qualche anno fa, precisamente nell'Aprile del 2002, la prima missione organizzata per riportare alla luce frammenti fossili di mammuth e altri grandi animali ora estinti, si concluse con il ritrovamento di 161 ossa fossili per un peso di oltre 700 Kg. Allo scopo, i ricercatori Bernard Buigues e Dick Mol, utilizzarono il peschereccio Johannes, e per sei giorni scandagliarono il fondale antistante le coste Olandesi.

Ma come è possibile che in fondo al mare ci siano così tanti resti fossili?

La spiegazione è abbastanza semplice. 10.000 anni fa il Canale della Manica non esisteva. Al suo posto vi erano grandi distese e paludi, la costa era arretrata di ben 400 Km rispetto alla foce attuale del Tamigi, e quest'ultimo si univa al Reno formando un unico fiume. Tutto questo perchè il livello del mare era mediamente 100 metri inferiore a quello attuale. Nella tundra di allora i mammuth e altri animali del Pleisotcene pascolavano a migliaia, e dopo la morte, i loro resti vennero lentamente inglobati nelle paludi della tundra.
Poi circa 8.000 anni fa il clima mutò drasticamente, i ghiacciai cominciarono a sciogliersi e il mare lentamente guadagnò terreno, sino a sommergere la tundra pleistocenica e i resti dei grandi mammiferi. La Gran Bretagna si separò dagli attuali Paesi Bassi e le pianure di quest'ultimo divennero delle grandi paludi salmastre.
Ora, a 40 Km dalle coste olandesi, su fondali di soli 20 metri, le reti dei pescherecci continuano a raccogliere resti fossili, soprattutto di mammuth ma anche di rinoceronti lanosi e altri grandi mammiferi. I pescatori per anni hanno rigettato in mare tutti resti che recuperavano, ed erano tanti. Alcuni vecchi pescatori hanno raccontato che in certe zone le ossa fossilizzate venivano su a decine, e negli anni molte sono state "piazzate" al miglior offerente. Dei pescatori hanno rinvenuto anche le ossa fossili appartenenti ad una grande tigre dai denti a sciabola, e poi fossili di bisonti, cavalli, rinoceronti lanosi, cervi giganti e ippopotami.

Nessuno sa quanti resti si nascondono ancora in fondo al mare. Si sa comunque che presto ritrovarli sarà più difficile. Infatti si stanno mettendo a punto altre tecniche per la pesca delle specie bentoniche, onde evitare la sistematica distruzione dei fondali del Mare del Nord (ad opera della pesca a strascico), un tempo ricchissimi di organismi che ora neanche possiamo immaginare e che la pesca sconsiderata ha sistematicamente distrutto.
Speriamo che si riesca a conciliare la ricerca scientifica con la pesca professionale.

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