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Cod Art 0158 | Rev 01 del 05 Apr 2013 | Data 18 Mag 2008 | Autore Pierfederici Giovanni

 

   

STRANI SQUALI: IL Megachasma pelagios

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Questo articolo riprende un piccolo contributo pubblicato su questo stesso sito nel 2006, e tratta una delle specie più enigmatiche e meno conosciute di squalo, il Megachasma pelagios (Taylor, Compagno, Struhsaker 1983). Il nome generico Megachasma deriva dal greco mega = grande e chasma = bocca aperta. Mentre pelagios (che significa mare aperto), indica l'habitat della specie, classificata attualmente come epipelagica. Il primo esemplare conosciuto fu catturato accidentalmente nel 1976 al largo delle isole Hawai, da un'unità della US NAVY, e rimase impigliato in un'ancora galleggiante. Era lungo circa 5 metri e pasava 750 Kg. Da allora sono stati catturati solo altri 9 esemplari. Ben 4 esemplari sono stati catturati vicino alle coste Californiane e tutte durante la stagione autunnale (tre catture a novembre e una a ottobre). La prima cattura avvenne a circa 8 miglia a est di Catalina Island, a 38 metri di profondità. La zona è nota perchè la profondità media attorno all'isola è elevata, circa 800 metri. La seconda cattura avvenne a circa 7 miglia da Dana Point, in una zona a soli 20 miglia dalla prima cattura, e a circa 100 metri di profondità. La terza cattura, a circa 30 miglia da San Diego, avvenne grazie all'utilizzo di reti da pesca di profondità (drift gill). Si ritiene che l'esemplare fu catturato a circa 350 metri di profondità. Infine, il quarto esemplare fu catturato a ben 850 metri di profondità a 42 miglia al largo di San Diego.
La specie sembra essere distribuita non solo nel Pacifico, ma anche nell'Atlantico e nell'oceano Indiano, tra i 160 e i 4600 metri di profondità. Tipicamente si tratta di una specie epipelagica di acque calde e temperate. Gli esemplari studiati mostrano un corpo floscio e di forma cilindrica, che tipicamente termina a candela (tapering) nella parte posteriore. La bocca è terminale (è subterminale negli altri lamniformi) e molto grande, come molto grandi risultano le aperture branchiali. La pinna caudale è elongata e eterocerca. I denti, leggermente uncinati, sono numerosi e molto piccoli, mentre la colorazione del corpo varia dal blu scuro al marrone/nero. La parte ventrale risulta leggermente più chiara. La parte interna della bocca possiede tessuti bioluminescenti, probabilmente per attirare lo zooplancton di cui si nutre e che segue durante le migrazioni verticali notturne. Si tratta di una delle poche specie di squalo che effettua una migrazione verticale notturna. E' stato accertato che la specie è oofaga, ossia i piccoli si nutrono delle uova non fecondate che la madre continua a produrre. Gli esemplari maschi maturano sessualmente quando ragiungono circa 4 - 4.5 metri di lunghezza; le dimensioni massime si aggirano sui 5.5 metri per i maschi, circa 5 metri per le femmine. Non sono noti predatori in grado di attaccare il Megachasma, anche se esistono segnalzioni che riportano di capodogli intenti a nuotare a fianco di un esemplare di Megachasma, forse per predarlo.

BIBLIOGRAFIA

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