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RAPPORTO NAZIONALE PESTICIDI NELLE ACQUE 2014

[17 Marzo 2015]

Sul sito web dell'ISPRA è uscito da poco il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, edizione 2014. Il rapporto mette a confronto 27.995 campioni di acqua prelevati in 19 regioni tra il 2011 e il 2012. Dalle analisi, è risultato che nelle acque superficiali e sotterranee del nostro paese vi sono ben 197 sostanze diverse, pesticidi e soprattutto erbicidi di provenienza agricola. Ben il 56.9% dei campioni di acque superficiali è risultato essere contaminato e di questi, il 17.2% è fuori norma. Contaminati, invece, il 31% dei campioni di acque sotterranee, con il 6.3% di questi fuori norma. Benché, tra il 2001 ed il 2012 la vendita dei pesticidi sia scesa del 9.1%, la situazione delle acque italiane superficiali e sotterranee resta invariata. Questo dipende dall'uso di pesticidi in ambito non agricolo, dal monitoraggio che è stato esteso anche ad alcune aree del sud Italia e dalla persistenza di certe molecole.
Ricordiamo che in alcune regioni italiane si trova ancora l'atrazina, il cui bando risale ormai a molti anni fa.

I pesticidi che contaminano le acque possono essere molto pericolosi a causa della presenza di sostanze come gli interferenti endocrini. Proprio il 5 marzo scorso, a San Diego, in California, al convegno dell'Endocrine Society sono stati presentati i risultati che a breve saranno pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. Purtroppo, la maggior parte degli interferenti endocrini non è regolamentata e, tra le sostanze più problematiche, ci sono i pesticidi organofosfati e organoclorurati.
"Abbiamo individuato le malattie per cui ci sono più prove di un'implicazione degli interferenti endocrini, basandoci soprattutto sul rapporto del 2012 dell'Organizzazione mondiale della sanità e del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente", spiega Leonardo Trasande, professore associato alla New York University e primo autore di queste ricerche. Tra le malattie dove sono più forti le evidenze scientifiche, vi sono: riduzione delle capacità cognitive, malattie neurocomportamentali (disturbi dello spettro autistico e dell'attenzione, iperattività), obesità e diabete di tipo 2, malformazioni genitali congenite e infertilità. Fonte: Internazionale n. 1093.


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