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SANTUARIO DEI MAMMIFERI MARINI, 16 ANNI DI PROTEZIONE INEFFICACE ED INEFFICIENTE

[02 Aprile 2015]

Oggi Wwf, Fondation Prince Albert II de Monaco, Iucn, MedPAN ed altre 17 altre ong francesi, italiane e monegasche, tra cui Greenpeace, Legambiente, Tethys, Marevivo, hanno lanciato un appello ai governi di Italia, Francia e Principato di Monaco che nel 1999 firmarono l'Accordo di istituzione del santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, l'Area protetta (sulla carta) più estesa del Mediterraneo che, da sola, tutela il 4% dell'intero bacino e che ospita specie simbolo come la balenottera comune, il capodoglio, le stenelle.
Il Santuario dei mammiferi marini Pelagos comprende le acque costiere e pelagiche dell’area compresa tra il promontorio della penisola di Giens e il fosso Chiarone nella Toscana meridionale. Ingloba anche le acque che bagnano la Corsica, la Sardegna settentrionale, l'Arcipelago Toscano e isole più piccole come quelle davanti a Hyères, in Francia, oltre al litorale di Toscana, Liguria e delle Bocche di Bonifacio. Il Santuario si estende su 87.500 km quadrati e 2.022 km di coste. È estremamente ricco di vita pelagica e sono presenti balenottera comune, balenottera minore, globicefalo, capodoglio, zifio, grampo, stenella, delfino comune, stenella striata ed è stata ri-segnalata la foca. Le minacce per i cetacei sono rappresentate soprattutto dalle collisioni con le navi che transitano in questo ampio tratto di mare, dall’inquinamento e dalla pesca non sostenibile.
Gli ambientalisti ricordano che "l'’accordo che istituì Pelagos, 16 anni fa, è purtroppo debole dal punto di vista giuridico: la governance dell’area non permette di sviluppare una vera e propria gestione internazionale. Insufficienti anche le risorse necessarie per gestire in maniera efficiente e efficacie il Santuario".
Promosso in tutto il bacino in francese e italiano, l'appello rivolge due richieste ai tre governi: "Ritrovare l’ambizione presente all’origine della creazione dell’area protetta dando un nuovo impulso con una governance rinnovata e risorse adeguate. Mobilitarsi per consolidare la collaborazione tra gli stati rispettando l’impegno internazionale affinché Pelagos diventi un esempio internazionale di conservazione di biodiversità marina".
Nell'Appello le Ong firmatarie si impegnano a dare tuto il supporto necessario ai Governi e a elaborare insieme soluzioni per una gestione efficacie del Santuario Pelagos. Il Wwf ricorda che oggi meno del 5% del mar Mediterraneo è protetto, nonostante l'impegno internazionale (obiettivo di Aichi – Convenzione Quadro sulla Biodiversità e Convenzione di Barcellona) di proteggere almeno il 10% del Mediterraneo. Senza il Santuario Pelagos la percentuale si riduce ad appena l'1%. Per questo il Santuario Pelagos "Rappresenta una delle maggiori sfide di conservazione mai lanciate nel Mediterraneo. Eppure lo status di Area Specialmente protetta d'Interesse mediterraneo (ASPIM) che è stato attribuito al Santuario nel 2002, sottolinea quanto quest'area sia importante per la tutela della biodiversità nel bacino mediterraneo. Tale status attualmente è in corso di revisione e nel caso, non del tutto remoto, che venga messo in discussione, Pelagos diventerebbe il simbolo dell’incapacità degli stati di accordarsi per lavorare congiuntamente alla tutela di un patrimoni condiviso". Fonte: GreenReport.


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