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Cod Art 0233 | Rev 00 | Data 13 Dic 2009 | Autore Guadagnino Marcello

 

IL DIARIO DELLE NUBI

Vanno, vengono, ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Fabrizio De Andrè da “Le nuvole” 1990

Foto1Andar per mare vuol dire conoscere gli elementi che creano sinergie con esso, molte cose ci vengono spiegate, ma altre spesso riusciamo ad apprenderle soltanto vivendo il mare. Capire le condizioni meteoclimatiche può essere a volte fondamentale per non ritrovarsi in situazioni critiche e si sa che in mare le precauzioni non sono mai troppe. Un validissimo aiuto nella formulazione delle condizioni meteoclimatiche è dato dall’ osservazione delle nubi: la stabilità dell’ atmosfera, l’arrivo di una perturbazione, la pioggia sono tutti fenomeni che possono essere in qualche maniera previsti utilizzando le nubi come chiavi di lettura.

Tutti noi “marinai” prima di salpare dal porto facciamo quel semplice gesto che consiste nel portarsi una mano alla fronte e scrutare il cielo, e senza rendercene conto riusciamo a formulare delle previsioni che influenzeranno il nostro viaggio. E’ successo a tutti di guardare l’orizzonte e di rimanere fermi in porto per l’arrivo un temporale, le nubi sono il primo elemento valutativo nelle nostre analisi, ma è bene capire come si formano, che nome hanno e soprattutto quando possiamo fidarci.

COME SI FORMANO LE NUBI

La formazione delle nubi è data dall’ incontro di aria calda con aria fredda, sono il prodotto del brinamento del vapore acqueo contenuto nell’ atmosfera.
Sono costituite sostanzialmente da molecole di acqua allo stato solido o allo stato liquido a seconda delle temperatura che le circonda.
A temperature al di sopra di 0 °C le nubi risultano costituite da minuscole particelle di acqua, con temperature inferiori ai – 40°C invece formano dei cristalli di ghiaccio. A temperature comprese tra i – 40 e lo 0°C possono mischiarsi particelle di acqua a cristalli di ghiaccio.

LA NUBE: COME SI PRESENTA

Due sono le forme caratteristiche di una nube, stratificate o a sviluppo verticale (Cumuliformi). Le nubi stratificate si presentano schiacciate o compresse, invece le nubi cumuliformi sono più allungate, queste due forme sono ulteriormente divise in dieci generi, quattordici specie e nove varietà.
Un'altra classificazione più scientifica sta nel riconoscere la nube in funzione della sua altezza rispetto al suolo. Per calcolare l’ altezza di una nube si utilizza un strumento detto “nefoipsometro”, strumento che certamente non farà mai parte delle nostre dotazioni di bordo per costi e dimensioni. Da secoli chi va per mare utilizza un sistema per riconoscere le nubi detto “a vista”, cioè confrontare l’altezza della base delle nubi rispetto a dei punti noti, di cui si conosce l’altezza. Allora utilizzando tale sistema faremo una prima analisi basandoci su tre famiglie:

Ovviamente in mare aperto il tutto diventa più difficile per l’assenza di riferimenti, allora ricoscere i principali gruppi di nuvole a volte può essere importante per “salvare” la giornata o il weekend in mare.

Nel 1803 l’inglese Howard nella sua pubblicazione “L’evoluzione delle nubi” studiò per primo tale fenomeno definendo 4 gruppi di nubi come: Cirrus, Status, Cumulus e Nembus,. Questi nomi tuttora sono utilizzati nella forma italiana come cirri, strati, nembi e cumuli cioè le forme principali di nubi che è bene conoscere.

I cirri si presentano a forma di piuma, ricciolo o virgola; il colore è generalmente bianco e può essere più o meno brillante, se si osservano all’ alba o al tramonto Distinguere i cirri di bel tempo: alti in cielo, si spostano lentamente, hanno una forma irregolare ed estensione limitata. I cirri di cattivo tempo sono disposto parallelamente e ricoprono il cielo, quando si avvicina la depressione si muovono ad alta velocità.

Gli strati sono nubi molto basse, si notatano talvolta a pochi metri sull’orizzonte, grigie, con la base estesa ed uniforme, non raggiungono mai altezze superiori ai 300 metri. Si possono presentare in banchi od oscurare completamente il cielo, e spesso sono di origine orografica (derivano dalla nebbia che si origina dal suolo). Dato il loro limitato spessore, non danno quasi mai origine a fenomeni particolari, se non ad una riduzione di visibilità quando la base è molto vicina alla terra.

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I cumuli hanno dimensioni diverse, piccole e rade, come si presentano generalmente lungo la costa o grosse a base orizzontale. Il loro colore è generalmente grigio alla base, la sommità invece è bianca accesa. Se si scorgono all’orizzonte bassi e piccoli e bianchi alla sommità sono nubi di bel tempo, se invece l’estensione verticale è più sviluppata e si presentano con colori grigi e neri allora il tempo può preludere a rovesci più o meno forti.

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I nembi sono nubi medio-basse, generalmente grigio scure, difficilmente si potrà riconoscerne la base. All’ osservazione, il cielo si presenterà buio e tetro. Sono nuvole di cattivo tempo e, in relazione alla temperatura presente in zona, possono generare pioggie o nevicate.

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SCALA DELLA NUVOLOSITÀ

La nuvolosità del cielo è misurabile in okta, con una scala che va da 0 a 9; ogni grado è identificabile con un colore:

0 okta (blu chiaro): nessuna nuvola in cielo
1 okta (giallo): nuvole rare e sparse
2 okta (magenta): nuvole sparse
3 okta (verde chiaro): nuvole sparse che hanno tendenza a raggrupparsi e accumularsi
4 okta (argento): metà del cielo è coperta da nuvole
5 okta (blu-nero): la maggior parte del cielo è coperta da nuvole
6 okta (marrone): cielo generalmente coperto
7 okta (grigio): cielo coperto con rare schiarite
8 okta (viola): cielo totalmente coperto
9 okta (rosso): cielo completamente invisibile (a causa di nebbia o neve).

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BIBLIOGRAFIA