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Cod Art 0287 | Rev 00 | Data 28 Apr 2010 | Autore Castronuovo Motta Nicola

 

LO SQUALO BALENA

Il pesce più grande al mondo è lo squalo balena (Rhincodon typus, Smith 1828). Appartiene all’ordine dei Condroitti, dunque non è un pesce osseo ma bensì cartilagineo. Può raggiungere le dimensioni di un autobus e pesare oltre 8 tonnellate, la dimensione massima raggiunta da fonti FAO, con una misurazione precisa di un soggetto adulto maschio è di poco superiore ai 12 metri (dunque non come molte fonti giornalistiche gli attribuiscono, di oltre 18 metri). Foto1

Contrariamente alla sua grossa mole è uno squalo docile e tranquillo, e si nutre di plancton e piccoli pesci. E' una specie prevalentemente pelagica, ma si avvicina spesso alla costa durante il periodoi riproduttivo e quando insegue il cibo di cui si nutre. Come lo squalo cetorino e lo squalo megamouth, filtra i microrganismi planctonici tenendo aperta la grande bocca, ingurgitando enormi quantità di acqua, si stima oltre 2 milioni di litri in poche ore nei periodi di abbondanza. Tramite una struttura branchiale particolare, intrappola gli organismi planctonici per poi ingoiarli nell’esofago con movimenti del capo (singulti, ne compie 4/5 ) che ottimizzano la deglutizione del cibo, oppure risucchia piccoli pesciolini, sardine e alici generalmente, per ingoiarli direttamente nello stomaco. Nei pesci planctofagi, dunque la corrente d’acqua che convoglia nella faringe i minuscoli organismi del plancton deve essere filtrata prima di passare attraverso le branchie, sia per accumulare il nutrimento che per impedire che gli organismi stessi vadano ad insediarsi tra i filamenti branchiali producendo lesioni. Le branchie sono sostenute da appositi supporti denominati archi branchiali. Questi archi possiedono delle appendici speciali in vario numero e formano le branchiospine, nel caso del cetorino, mentre lo squalo balena, ha un apparato spugnoso come una sorta di fitta rete con maglie di 2-3 millimetri attaccate alle pareti di cartilagine degli archi branchiali.
Hanno una struttura e uno sviluppo differente in funzione del sistema di alimentazione. Per nutrirsi, lo squalo balena segue i fitti banchi di pesce e le fioriture planctoniche compiendo spostamenti verticali, e spesso lascia affiorare la testa fuori dell’acqua per far meglio defluire la stessa ed intrappolare in modo ottimale gli organismi. È un animale che migra spesso durante l’anno, vivendo in mari temperati, in particolare al largo delle Seychelles, Mauritius, Zanzibar, Madagascar, Mozambico, e Natal. Nel Pacifico percorre la corrente di kuroshio, nel Golfo del Messico e nell’area Caraibica transita spesso vicino la Costa Rica, ma la zona principe per l’osservazione è Ningaloo Reef, Australia occidentale. È facile vederlo vicino alle coste ed in superficie, dove insegue i banchi del plancton stazionando il tempo necessario alle sue esigenze, prima di inabissarsi per un certo periodo di tempo. E' facile oltretutto osservarlo in piccoli banchi di elementi giovanili di circa 5 metri, o durante il periodo riproduttivo, ma normalmente si vedono elementi solitari di grosse dimensioni. Sceglie luoghi particolari dove appartarsi per la riproduzione, e raggiunge la maturità sessuale a tarda età, quando arriva a misurarei 6 metri di lunghezza per i maschi e 8 metri per le femmine. Non si riproduce annualmente, ma tende a riprodursi ogni tre anni, partorendo pochi piccoli che misurano alla nascita 50 cm circa. Si presume abbia circa 30 anni di età quando misura 9 metri circa. Se non uccisi per svariati motivi, possono vivere a lungo, oltre 40 anni ma nonostante ciò è una specie vulnerabile, pur non conoscendo nemici naturali se non l’uomo.

In molte aree del globo la sua carne è utilizzata per molteplici scopi, e sono pochi, tutto sommato, i paesi dove gode di protezione totale, anche se è entrato a far parte del C.I.T.E.S. Nei paesi orientali sono esposte sulle bancarelle grosse porzioni di carne, e non è difficile capirne l'origine, proprio grazie alla sua livrea a fondo blu-verde con macchie chiare sul ventre.

Si dice che vale più uno squalo vivo che 100 morti. In termini economici questa affermazione ci trova perfettamente d’accordo. Sono molteplici le aree turistiche che vivono del turismo subacqueo per l’osservazione di specie animali, quali lo squalo bianco e lo squalo balena. Come tutti gli animali che vivono nel proprio ambiente naturale, è necessario osservare determinate regole, per non infastidirli e non farli “sentire” animali predati. Naturalmente nel caso dello squalo balena, bisogna prestare attenzione all’enorme coda, in caso di contatto violento può causare forti traumi o addirittura ucciderci. Naturalmente dobbiamo osservare la regola di non nutrire gli animali, per non compromettere la loro autonomia nella ricerca del ciboi. La norma è quella di osservarli nel loro ambiente naturale con maschera e pinne, senza l’ausilio del respiratore, proprio per entrare in sintonia con loro. Molti acquari importanti, hanno cercato di allevare in cattività lo squalo balena, ma con scarsi risultati. Non è difficile immaginare le difficoltà di mantenimento di questi esemplari in vasche se pur enormi. Gli acquari che hanno voluto ad ogni costo inserirli nei loro percorsi espositivi, si sono dovuti arrendere dopo pochi mesi, vedendo purtroppo morire i loro esemplari, spesso catturati illegalmente quando non superavano i 4 o 5 metri di lunghezza.