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Cod Art 0713 | Rev 00 | Data 09 Set 2016 | Autori Ottavio Luoni e Walter Tessari

 

 

Schema vasche di fitodepurazione

LE VASCHE DI FITODEPURAZIONE DI SANT'ANTONIO TICINO

Può sembrare strano, particolare e fuori luogo descrivere una zona costituita interamente da una serie  di vasche di fitodepurazione, associate, di solito, ad ambienti sporchi e maleodoranti; a volte, invece, come in questo caso possono essere degli ottimi luoghi ove osservare una miriade di organismi viventi, soprattutto specie appartenenti alla nutrita schiera  degli animali acquatici e, in particolare, gli uccelli. Questo è quello che abbiamo constatato visitando in una mattinata del mese di giugno 2016, le vasche di fitodepurazione  di Sant' Antonino Ticino.

Fitodepurazione sant'Antonio Ticino

Questo luogo è ubicato non lontano da una zona decisamente antropizzata, basti pensare che sono situate poco fuori l'abitato urbano di Lonate Pozzolo, tra l'altro vicinissime ai terminal dell'aeroporto Intercontinentale della Malpensa; le vasche in questione convogliano le acque reflue di  ben 25 comuni, situati in provincia di Varese, compresi gli scarichi annessi all'indotto dell'aeroporto.

Stagno fitodepurazione

Di buon mattino, lasciata l'auto in uno spiazzo antistante l'entrata, ci incamminiamo velocemente e percorriamo il sentiero che ci permette di costeggiare i bacini; nel bel mezzo della stradina, un paio di conigli selvatici (Oryctolagus cuniculus), fuggono improvvisamente  in una siepe di rosa di macchia (Rosa canina).

L'ambiente, in generale, è particolare e, come ricordato pocanzi, è costituito da bacini artificiali con le sponde ricoperte da una fitta cortina di canne di palude (Phragmites australis) e tife (Tipha latifolia), non mancano tuttavia anche alcuni sporadici alberi, caratteristici di zone allagate e di ambienti igrofili, tra questi i più comuni sono i pioppi (Populus tremula) e i salici (Salix alba).

Proseguiamo oltre, fino a raggiungere il primo  piccolo invaso, dove notiamo sulla superficie dell'acqua molti uccelli, tra cui alcune folaghe (Fulica atra), germani reali (Anas plathyrhynchos) e gallinelle d'acqua (Gallinula chloropus).

  IL SISTEMA DI FITODEPURAZIONE: COME FUNZIONA?  
  Il sistema di fitodepurazione è composto da quattro bacini, disposti in due linee parallele ubicate su un territorio  di 13 ettari. Tali bacini sono alimentati da un canale di adduzione in terra, strutturato con un andamento sinuoso, lungo il quale sono state realizzate due aree di esondazione. Ricordo, a questo proposito, che per fitodepurazione si intende un sistema di depurazione naturale delle acque reflue mediante la costruzione di un bacino impermeabilizzato, riempito con materiale ghiaioso e con la piantumazione di piante acquatiche; la depurazione avviene mediante l'azione  combinata tra substrato (la ghiaia) e piante. All'interno del letto di ghiaia e al passaggio delle acque reflue, si insediano dei microrganismi che danno luogo ad alcune reazioni biochimiche di depurazione delle sostanze inquinanti. Le piante forniscono  l'ossigeno necessario alle suddette reazioni.  
     
  Fitodepurazione a flusso sommerso  
  Sopra, rappresentazione schematica di un sistema di fitodepurazione a flusso sommerso orizzontale.  

Proseguiamo oltre e in breve raggiungiamo il secondo invaso, dove abbiamo la fortuna di osservare  tra il limo e il canneto, ben mimetizzato, un bellissimo esemplare di corriere piccolo (Charadrius dubius). Questo uccello, lungo una quindicina di centimetri, è da noi sedentario ed è più frequente alle epoche del doppio passo; predilige le sponde di fiumi ed invasi nel periodo estivo, mentre nella stagione invernale e fredda, è possibile osservarlo lungo le coste marine e lagunari. Si ciba in prevalenza di vermi, crostacei e insetti; nidifica a contatto con il suolo o in depressioni  sabbiose, ma a volte anche su ammassi di erbe palustri, ove depone 3/4 uova di un colore fulvo sbiadito, screziate di bruno-nerastro, che ben si mimetizzano con l'ambiente circostante.

Mentre l'amico Walter scatta delle bellissime fotografie naturalistiche, notiamo che in un'altra zona dello stesso bacino, alcuni moriglioni (Aythya ferina) ci osservano decisamente incuriositi.

Ci dirigiamo ora verso il terzo bacino, ed è proprio in questo luogo che  scopriamo, all'improvviso, alcune bellissime coppie di cavalieri d'Italia (Himantopus himantopus), che "passeggiano" e si cibano  fra le acque basse e torbide del bacino. Questi trampolieri, non molto comuni e per nulla facili da osservare, soprattutto nelle nostre zone, sono comunque presenti nel nostro paese, soprattutto durante il passo primaverile (marzo/maggio); sono caratterizzati  da una livrea nera nella  parte superiore del corpo e bianca in quellainferiore; le zampe sono lunghe e rosse; possiedono un becco molto lungo, di colore scuro, con il quale catturano  insetti ed altri invertebrati, ma anche frammenti di sostanze vegetali che raccolgono tra il limo e la superficie dell'acqua. Presentano abitudini gregarie e nidificano  in colonie, costruendo un nido fatto di fango, nel quale depongono 3/4 uova di un bel colore fulvo-arancione, maculate di nerastro.

La vista di questi elegantissimi trampolieri ci fa dimenticare, per un istante, il caldo e l'afa che a quest'ora della giornata comincia a farsi sentire.

Ci dirigiamo, con un certo rammarico, verso l'uscita ma non prima di osservare, nell'ultima vasca che incontriamo, molti esemplari di moretta comunei (Aythya fuligula)  e moretta tabaccata (Aythya  nyroca), nonché un paio di esemplari di canapiglia (Anas strepera); poco lontano, una coppia di cigni reali (Cygnus olor) nuotano tranquillamente vicino ai bordi di un folto canneto.

Mentre imbocchiamo l'ultimo tratto del sentiero che ci conduce verso casa, abbiamo modo di pensare e riflettere sul fatto che, tale luogo, sebbene molto antropizzato e "anomalo", è stato comunque riconquistato dalla natura, offrendo ancora una volta inattesi scenari inconsueti e molto particolari.

Stagno di fitodepurazione

Testi e foto di Valter Tessari e Luoni Ottavio

 

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