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Cod Art 0704 | Rev 01 del 25 Giu 2016 | Data 06 Gen 2016 | Autori Ottavio Luoni e Walter Tessari

 

LA ZONA UMIDA DI FAGNANO OLONA

Egretta alba

A volte, la morfologia di un territorio può subire drastici cambiamenti in tempi relativamente brevi; questo può accadere dopo una serie di abbondanti precipitazioni, dopo un evento alluvionale, dopo un sisma o dopo un'eruzione vulcanica. In quest'articolo descriverò un evento che ha interessato la valle Olona, qualche tempo fa, in un'area ubicata nei territori compresi nei comuni di Fagnano Olona e Gorla Maggiore, località lombarde in provincia di Varese. In questi luoghi, dove prima vi erano dei prati, hanno fatto la loro comparsa delle zone umide di notevole interesse naturalistico ed ambientale.Fulica atra

Alle origini di questa trasformazione, che risale a circa due o tre anni fa, lo straripamento del fiume Olona e della conseguente necessità di far defluire le sue acque nel fondovalle; tra le possibili cause, un innalzamento della falda acquifera causa, a sua volta, di una drastica diminuzione del pompaggio nella falda stessa di acqua per uso industriale e agricolo, visto che gli antichi complessi industriali presenti un tempo nel fondovalle sono stati in gran parte dismessi o abbandonati.

Noi di Biologiamarina abbiamo visitato la zona un sabato mattina del mese di Agosto 2015; questo articolo è il resoconto della giornata.

Lasciata l'auto al parcheggio, appena fuori dell'abitato urbano di Fagnano Olona, ci incamminiamo su una strada sterrata, adibita ora come pista ciclopedonale; questo tratto di strada rimarca quello che era un tempo la vecchia tratta ferroviaria della Valmorea, che collegava l'abitato di Castellanza a Mendrisio, nel Canton Ticino (sono ancora visibili le vecchie rotaie ormai in gran parte inglobate dalla vegetazione); questo tratto di ferrovia fu costruita per soddisfare quel bisogno di vie di comunicazioni e di modernità che si era venuto a creare alla fine del XIX secolo. L'inaugurazione di questo primo tratto di via ferrata avvenne il 18 Luglio 1904 e collegava gli abitati di Castellanza e Cairate, sempre in provincia di Varese.

Crocothemys erythraeaAttualmente questa strada ciclopedonale costeggia quello che una volta era un paesaggio tipico di pianura, caratterizzato dalla presenza di vari e vasti prati (alcuni di essi erano coltivati a foraggio) e da boschi planiziali costituiti prevalentemente da esemplari di robinie (Robinia pseudoacacia). La vegetazione primaria presente in questo lembo di territorio è costituita da essenze tipiche di boschi igrofili e di zone allagate; a titolo di esempio citiamo l'ontani (Alnus glutinosa), i salici (Salix alba) e i pioppi (Populus nigra),mentre la vegetazione ripariale è costituita, come detto in precedenza, da canne di palude (Phragmites australis e Tipha latifolia), da esemplari di salcerella (Lythrum salicaria) e di mazza d'oro (Lysimachia vulgaris).Impatiens glandulifera

La superficie di queste zone allagate in alcuni punti è letteralmente ricoperta da lenticchie d'acqua (Lemna minor, immagine qui sotto a destra); quest'ultime sono piccole piante galleggianti caratteristiche di acque a corso lento o fermo. Le singole piante sono sprovviste di fusto e sono costituite da foglie piccolissime rotondeggianti o ellissoidali, con un diametro di appena 3-4 millimetri. Nella parte inferiore di ogni lamina fogliare è presente un esile radichetta lunga circa mezzo centimetro. Spesso più esemplari si riuniscono creando un folto aggregato ed ospitare, al loro interno, alghe verdi come Chlorochytrium lemnae.

Subito ci rendiamo conto della notevole biodiversità presente in loco; infatti in una zona allagata poco distante, osserviamo vari esemplari di folaghe (Fulica atra), di tuffetti (Tachybaptus ruficollis), di alcune gallinelle d'acqua (Gallinula chloropus) e poi ancora aironi cinerini (Ardea cinerea) e germani reali (Anas plathyrhynchos).

Proseguiamo oltre e giungiamo in breve tempo nei pressi di una seconda zona umida, molto più estesa, ove siamo testimoni di uno spettacolo naturalistico molto curioso: vicino ad un canneto una coppia di aironi bianchi maggiori (Egretta alba), incuranti della nostra presenza "camminavano" nell'acqua tranquillamente a pochi metri da noi, continuando a nutrirsi. Questo ardeide, dall'apertura alare di circa 140 centimetri, si osserva soprattutto nel corso dei mesi autunnali e invernali e alle epoche del doppio passo. Si nutre di pesci, rane e insetti acquatici. Per la nidificazione si riunisce in piccoli stormi fabbricando un rozzo nido che fissa direttamente alle canne palustri, ove vi depone, una sola volta all'anno, 3 o 4 uova di colore bluastro.

Tra i fitti canneti non è difficile scorgere vari anfibi anuri, in particolare la rana di Lessona (Pelophylax lessonae) e la rana esculenta (Pelophylax synklepton esculenta).

Ripercorrendo a ritroso il sentiero poco prima percorso, ci portiamo verso il territorio di Gorla Maggiore e superiamo una zona interessata da una recente piantumazione costituita da varie essenze autoctone e da un una piccola zona attrezzata a "percorso vita", da poco ultimata. In breve superiamo alcune vasche di fitodepurazione, nei pressi delle quali notiamo un laghetto artificiale la cui superficie è ricoperta da ninfee bianche (Nimphaea alba) e da esemplari di limnantemio (Nymphoides peltata), dalla bella fioritura giallo dorata e dalle foglie tipicamente peltate.

Poco distante scorre il torrente Olona. Le acque, in questa zona, risultano limpide, piene di vita animale e vegetale. Numerosi i pesci che si fanno trasportare dalla corrente e, dove quest'ultima è un po' meno forte, osserviamo sulla superficie anche alcune piante galleggianti, in particolare ranuncoli acquatici (Ranunculus fluitans) dai bei fiori peduncolati di colore bianco e dalle foglie formate da lunghe lacinie sottili che raggiungono, nel complesso, la lunghezza di una quindicina di centimetri; fatto curioso, quando le foglie vengono estratte dall’acqua, le lacinie che le compongono aderiscono le une alle altre come fossero capelli bagnati.

Gli argini di questo torrente sono letteralmente colonizzati da esemplari di Impatiens glandulifera, dalla spettacolare fioritura di una varietà di toni che passano dal rosa chiaro al carminio; presenti anche alcuni esemplari di equiseti o coda cavallina (Equisetum telmateja); notevole la presenza in questo luogo di insetti volanti, in particolare libellule dai vari colori, come la libellula depressa, l'Orthetrum cancellatum, l'Aeschna isosceles, le rosse Sympetrum sanguineum e Crocothemys erythraea.

La nostra escursione termina presso l'approdo denominato Calipolis; trattasi di un'area di ristoro e di noleggio di mountain bike, molto frequentata da tutte quelle persone che vogliono visitare questi luoghi con questo mezzo di trasporto ecologico. Noi percorriamo un'ultima salita su di una strada sterrata che, in breve, ci riporta al parcheggio ove abbiamo lasciato l'auto qualche ora prima, non dimenticando di dare un ultimo sguardo a questo variegato e suggestivo paesaggio.

Nymphaea alba
Qui sopra, una splendida immagine di Nymphaea alba.

Testi e foto di Valter Tessari e Luoni Ottavio.

 

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