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Cod Art 0629 | Rev 00 | Data 21 Nov 2013 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

   

 

SARDEGNA, CICLONE ANOMALO, ASSOLUTAMENTE NO

Da ieri, giornali e soprattutto televisioni, stanno ricamando ben bene l'argomento "alluvione Sardegna", proponendo falsi scoop e spiegazioni che di scientifico hanno ben poco. Forse le vittime non fanno più notizia, per cui occorre mantenere vivo l'interesse seguendo altre vie. Sensazionale, in senso ironico, il servizio del Tg5 girato alla foce del rio Posada. Il giornalista quasi si danna (e si affanna) a spiegarci che la foce del Posada è profondamente cambiata. Forse non sa che il fiume, gia di per se, è il sistema più dinamico che esista in natura e che le foci cambiano continuamente nel tempo, oscillando attorno ad un equilibrio altamente dinamico (dicasi bilancio sedimentario), indipendentemente dalle alluvioni che, ma questo è ovvio, alterano in tempi molto più rapidi la morfologia del territorio. Ma la concezione provinciale vuole i fiumi ben imbrigliati tra alti argini e guai solo ad immaginare un corso d'acqua capace di svincolarsi dalle prigioni costruite dall'uomo. Per inciso, l'argine è solo una mera costruzione dell'uomo e, in natura, è qualcosa di porofondamente diverso e soprattutto è anch'esso soggetto alle dinamiche del fiume.
A parte questo, tra i media è in atto una vera e propria speculazione sulle cause che hanno portato al disastro. Si parla (e si scrive) di evento eccezionale, di un ciclone vero e proprio che ha scaricato, in tempi relativamente brevi, una quantità considerevole di acqua. Qui occorre fare delle precisazioni. Un ciclone è, per definizione, un centro di bassa pressione, una zona dove la pressione, al suolo e in quota, è più bassa rispetto alle zone circostanti e dove i venti girano in senso antiorario (nel nostro emisfero) e tendono a convergere verso il centro di bassa pressione. Maggiore è la differenza di pressione e più forti soffieranno i venti. Dunque, quello che ha colpito la Sardegna, è un ciclone a tutti gli effetti, esattamente come altre perturbazioni che hanno colpito in passato il Mediterraneo. Dal punto di vista termodinamico, l'energia liberata è stata tale da poter paragonare l'evento ad un ciclone con caratteristiche intermedie tra quelli tropicali e quelli extratropicali. Ma in Sardegna si è manifestato anche un altro aspetto. Quello che i meteorologi chiamano 'temporale V-Shaped' ovvero una cella temporalesca abbastanza comune ma che ha la caratteristica di sfogare la sua energia su un'area relativamente ristretta. Molti degli eventi passati (Genova, Vernazza) e presenti (i temporali di due giorni fa del crotonese e del catanzarese), sono associati a celle V-Shaped. Tendono a colpire sempre le stesse aree perchè sono intimamente legate alla conformazione del territorio stesso.
L'energia accumulata dalla imponente struttura ciclonica si è purtroppo sfogata su aree limitate e gia compromesse dalle attività umane.
La pioggia caduta in Sardegna è stata eccezionale? Per alcuni aspetti certamente si, ricordiamo però che nel 1951, sempre in Sardegna, caddero ben 1400 mm in tre giorni. Quindi abbiamo a che fare con eventi noti, conosciuti, tutt'altro che infrequenti, che non dovrebbero nel modo più assoluto sorprenderci più di tanto, altrimenti i nostri amministratori, amanti degli argini in cemento, avranno sempre la scusa nel cassetto, nero su bianco, del fatalismo permanente, ostentato da nord a sud, senza distinzioni. Arrivederci alla prossima alluvione.

 

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