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Cod Art 0291 | Rev 02 del 15 Mag 2013 | Data 13 Mag 2010 | Autore M. Rubini

 

   

 

MARE SPORCO? PULIAMOLO CON UNA BANDIERA BLU...ATTO II

Anche quest'anno sono tornate a sventolare, e lo faranno per tutta la stagione estiva, le tanto attese bandiere blu, vanto di amministratori, comuni, provincie e regioni. Il vessillo - come afferma la carta stampata - che indica mare pulito ma anche servizi eco, come raccolta differenziata, piste ciclabili e accessibilità per tutti.
Ma veniamo al dunque. La Liguria "sventola" ben 17 bandiere. Non stupisce più di tanto, si tratta infatti di una regione che non ha praticamente più spiagge naturali, mille problemi di natura idrogeologica e problemi rilevanti di erosione costiera. Addirittura tempo fa proposero di costruire una duna artificiale nei pressi di Andora, per verificare l'eventuale comparsa di specie pioniere psammofile. Ma ironia a parte, la Liguria presenta oggettivamente moltissimi problemi ambientali troppo spesso incompatibili con quelli che soni i criteri della FEE (Foundation for Environmental Education). E per finire ricordiamo che La Commissione Europea ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia dell'UE per violazione della direttiva 91/271/CEE, ne abbiamo parlato pochi giorni fa.
Le regioni coinvolte sono la Sicilia con 74 Comuni su 178, pari al 42%; segue la Calabria con 32, pari al 18%; poi la Campania con 23, 13%; la Liguria con 19, 11%; la Puglia con 10, 6%, ecc. Le tre regioni del Sud, Sicilia, Calabria e Campania, hanno 129 Comuni sui 178 sotto accusa, pari al 73% del totale. In Liguria ci sono ben 19 Comuni e aggregazioni urbane inadempienti, quali: Albenga, Borghetto Santo Spirito, Camisano, Finale Ligure, Genova – Pegli, Genova - Ora/Volti, Genova - Sestri Ponente, Genova-Val Polcevera, Genova-Darsena, Quinto, Imperia, La Spezia, Margherita Ligure, Quinto, Rapallo, Recco, Riva Ligure, Sanremo, Sestri Ponente e Ventimiglia. Certo, le località da bandiera blu non sono, nella quasi totalità, quelle sotto accusa, però c'è un caso interessante che riguarda Finale Ligure, che ha contestualmente la bandiera blu e l'accusa per inadempienza alla predisposizione di sistemi adeguati per il convogliamento e il trattamento delle acque urbane (Fonte ADUC 12 Maggio 2010).

Al secondo posto, a pari merito Toscana e Marche, entrambe con 16 bandiere. La Toscana può vantare sicuramente delle belle spiagge, seppur continuamente sottoposte ad attacchi speculativi di tutti i generi e, se escludiamo la Versilia, dove le spiagge sono state completamente distrutte dal punto di vista naturale e alcuni casi particolari (vedere Rosignano Solvay), la gestione del territorio negli anni scorsi ha dato i suoi frutti. Le spiagge delle Marche sono quasi tutte completamente antropizzate e snaturate, con l'esclusione del tratto di Ancona del Conero e del San Bartolo nel pesarese. Ci è stato segnalato da un utente anonimo che la provincia di Ancona e alcuni comuni della provincia di Pesaro hanno usato fitofarmaci (Glyfosate) nelle aree urbane, vicino alle abitazioni e in prossimità del mare (a meno di 200 metri dalla costa) disattendendo la normativa vigente (L.R. n. 25 del 1988), utilizzando tra l'altro un diserbante tossico che entra nel ciclo dell'acqua, per garantire il decoro delle strade premiato dalla FEE (Foundation for Environmental Education). Ricordiamo che il Glyfosate è altamente tossico per tutti gli organismi acquatici.

Seguono, in graduatoria, l'Abruzzo con 13 bandiere. Stabile a quota 12 la Campania, che conferma le località della precedente edizione; poi la Puglia, ne guadagna una arrivando così ad eguagliare a quota 8 l’Emilia Romagna (dove sono riconfermate le stesse località dello scorso anno). Nessuna novità per il Veneto (6), mentre il Lazio arriva a quota 5, superando così la Sicilia e la Calabria che sono stabili a 4; il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna riconfermano le 2 dell’anno scorso, e vengono raggiunte dal Piemonte, che giunge a quota 2 bandiere (per i laghi); per finire con Molise e Basilicata, con una sola Bandiera Blu.

Significativo il commento degli Assessori all'Ambiente e al Turismo della Sardegna, Giuliano Uras e Sebastiano Sannitu: "Esprimo stupore ma anche disincanto verso un'iniziativa che ogni anno si ripete con un copione già scritto - dice Sannitu - e disconosciamo l'autorevolezza e la scientificità delle scelte in quanto non basata su criteri oggettivi". L'assessore dell'Ambiente, Uras, ribadisce: "Il riconoscimento delle Bandiere Blu certifica unicamente lo stato dell’ambiente costiero delle località che ne hanno richiesto la certificazione alla Fee, Fondazione dell’educazione ambientale, e non rappresenta in nessuna maniera una valutazione sulla qualità dell’ambiente e la gestione del territorio costiero della Sardegna".

Ricordiamo che la Sardegna è l'unica regione che si è dotata di un organismo di protezione delle aree costiere, la Conservatoria delle Coste, che mira a tutelare e a salvaguardare le coste, garantendone per quanto possibile, uno sviluppo sostenibile e non distruttivo.

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