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Cod Art 0668 | Rev 00 | Data 26 Feb 2015 | Autore Ottavio Luoni

 

QUATTRO PASSI NEL PARCO DEL TICINO

Fiume Ticino scorcio

Il Parco del Ticino, il primo parco fluviale istituito in Europa, è stato fortemente voluto dalle popolazioni e dalle forze politiche locali sin dal lontano 1967, al fine di proteggere una zona umida molto interessante e particolarmente ricca in termini di biodivesità.
Esso vide un primo riconoscimento nel 1974 (Legge Regionale n. 2 - "Norme urbanistiche per la tutela delle aree comprese nel piano generale delle riserve e dei boschi naturali di interesse regionali. Istituzione del piano Lombardo della valle del Ticino"). Solo alcuni anni dopo, nel 1980, venne approvato il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) definitivo, che diede così l'avvio agli interventi di tutela e di gestione del territorio.

La valle del Ticino, dal 2012, è entrata a far parte della Rete mondiale delle riserve della biosfera, assegnato dall'Unesco, attraverso il programma MAB (Man and Biosphere Programme).

Il fiume Ticino, denominato anche "fiume azzurro", nasce in Svizzera. La sua sorgente principale è in val Bedretto, presso il Passo di Novena, a circa 2.480 metri di quota, mentre un'altra sorgente è situata nei pressi dell'ospizio del San Gottardo e si congiunge alla prima presso l'abitato di Airolo. Dopo un percorso tortuoso (vedi le gole di Stavedro e del monte Piottino), all'imbocco della piana di Magadino, il Ticino viene incanalato in argini artificiali sino al lago Maggiore. Riprende poi il suo corso nei pressi di Sesto Calende, in provincia di Varese, per poi proseguire fin oltre la città di Pavia dove, in località Ponte della Becca, unisce le sue acque a quelle più limacciose del Po.
Dei 248 Km. che le sue acque percorrono, fino alla confluenza del Po, ben 110 sono compresi nel Parco Lombardo della valle del Ticino, toccando ben quattro province; tre di queste in Lombardia (Varese, Milano e Pavia) e una sola in Piemonte (Novara).

Geomorfologicamente, la valle del Ticino è caratterizzata da una forma particolare denominata "a cassetta". Il fiume, infatti, si è scavato una vallata in tutti gli ambienti attraversati (colline moreniche, pianalti e pianure varie). La valle, assume così una struttura molto stretta nella sua parte superiore e più ampia in quella centrale. Il fiume attraversa una miriade di ambienti molto diversi tra loro; oltre 92 mila ettari sono costituiti da aree naturali, agricole e territori anche molto urbanizzati. Per questo, la protezione di quest'ultimi prevede un sistema differenziato di "protezione attiva" del territorio, per un sviluppo sostenibile, diviso per zona, cioè per ogni tipologia di area è prevista una normativa idonea.
Elencare tutte le specie animali e vegetali presenti sul territorio è praticamente impossibile, visto l'enorme biodiversità. A solo titolo di esempio, possiamo citare i seguenti dati: 30 specie di mammiferi, più di 100 di uccelli, 36 specie di pesci, poi vari rettili e anfibi, per non parlare delle svariate specie vegetali. La zona presa in esame in questa escursione naturalistica, è ubicata in provincia di Varese e, più precisamente, nel territorio del comune di Somma Lombardo. Essa si sviluppa nel tratto compreso tra le dighe Enel di Porto della Torre e la diga della Miorina,in direzione Sesto Calende.
La diga della Miorina regola il livello del Lago Maggiore e utilizza il lago stesso come bacino di accumulo; questa diga è stata costruita in località Golasecca negli anni compresi tra il 1938 e il 1942. La diga permette di alimentare, anche con regolarità, i vari canali presenti, tra questi ricordiamo il Canale industriale, i Navigli e il canale Villoresi in territorio lombardo mentre, sulla sponda piemontese, il canale Regina Elena.
La diga di Porto della Torre è invece una costruzione in ferro che poggia su tre basi di massi. È il secondo sbarramento che si incontra scendendo lungo il Ticino dal lago Maggiore. Questa diga è entrata in funzione nel 1942 e l'impianto complessivo è costituito anche dalla vicina centrale elettrica ENEL, ubicata nel territorio di Somma Lombardo.

diga della Miorina diga di Porto della Torre

La zona descritta in questo itinerario è caratterizzata da una strada alzaia che si snoda per ben 4 Km circa, costeggiando l'alveo del Ticino, consentendo così di osservare le sponde del fiume in tutta facilità e comodità. Quest'ultima è circondata da boschi misti, costituiti in gran parte da essenze autoctone (es. querce) e alloctone (es. robinie).

Molti sono i rappresentanti dell'avifauna presente in questa zona e tra questi, i più comuni sono sicuramente i germani reali (Anas platyrhynchos).

Anas platyrhynchos Fulica atra

Questi Anatidi nidificano presso le rive di fiumi e stagni, al riparo della vegetazione; depongono 10 - 12 uova, di colore grigio-verdastro. La loro alimentazione è costituita in gran parte di sostanze vegetali (semi, germogli, foglie di piante acquatiche, etc), ma anche di insetti, molluschi, crostacei e vermi. Presentano una bellissima livrea, molto più accentuata negli esemplari maschi. Al contrario, le femmine sono di un colore brunastro e solo in volo si nota il caratteristico specchio alare violaceo.
Il maschio è caratterizzato da testa verde, collo bianco, petto scuro e zampe arancione. È l'anitra più diffusa in Italia ed è presente quasi ovunque ci siano delle zone umide.
Nella zona presa in esame non è difficile scorgere anche molte folaghe (Fulica atra), che appartengono alla famiglia dei Rallidi. Sono caratterizzati da una colorazione del piumaggio nero, con il becco e la placca frontale bianca. Nidificano indistintamente sia sul terreno che sull'acqua, tra la vegetazione. Il nido è costituito da rami secchi intrecciati, ove la femmina depone due tre covate durante l’anno, costituite generalmente da 6 - 9 uova di colore bianco-fulve con macchie brune. L'alimentazione è molto simile a quella del germano reale.
Nello stesso habitat si possono osservare anche le gallinelle d'acqua (Gallinula chloropus), caratterizzate anch'esse da un piumaggio nero. Il becco e la placca frontale cornea sono di un colore giallo e rosso. Le zampe sono verdastre, non palmate. Esse nidificano nei cespugli vicini alla riva ed entrambi i genitori partecipano alla costruzione del nido, costituito da una piattaforma di sostanze vegetali in cui sono deposte 7 - 11 uova dalla colorazione bruno-fulva macchiate di violetto o di bruno rossiccio, incubate da entrambi i sessi.

Presso la riva del fiume si possono osservare anche altri uccelli acquatici e tra questi, i più comuni sono gli svassi maggiori (Podiceps cristatus) che, tra l'altro, sono i più grossi degli svassi presenti nel Vecchio mondo; si riconoscono facilmente per i ciuffi auricolari nerastri. Podiceps cristatus
I maschi, nel periodo riproduttivo, presentano un pennacchio castano e nero ai lati della testa. Gli svassi costruiscono un nido tra la vegetazione palustre, ancorandolo ad essa, ove la femmina vi depone, a intervalli di due giorni circa, da 3 a 6 uova. Tipico di questo animale è l'atteggiamento legato al corteggiamento, che prevede un rapido tuffo in cerca di alghe e quindi l'opposizione dei due componenti (maschio e femmina), petto contro petto e con il corpo in posizione ritto, come in una specie di danza.
Alcune volte non è difficile scorgere in volo anche aironi cenerini (Ardea cinerea), gabbiani (Larus ridibundus), cormorani (Phalocrocorax carbo), nitticore (Nycticorax nictycorax) ed altri uccelli legati alle zone umide.

Ma l'animale certamente più interessante, presente in questo luogo, è il martin pescatore (Alcedo atthis); lungo sui 16 cm., è un uccello inconfondibile per la vivace colorazione, per il corpo tozzo e per il lungo e robusto becco appiattito. Le parti superiori presentano una colorazione che, a seconda della rifrazione della luce, risultano blu elettrico o verde smeraldo, mentre le parti inferiori presentano una colorazione castano chiaro. Martin pescatoreLa gola è bianca e le zampe sono rosse. È possibile osservarlo immobile su rami e paletti, che sono i suoi posatoi abituali, sempre ubicati nelle vicinanze dell'acqua, da dove si tuffa velocemente per catturare le sue prede preferite (piccoli pesci o crostacei). Predilige vivere presso fiumi, ma anche presso paludi, lagune e addirittura le spiagge. È caratterizzato di un volo velocissimo e talvolta lo si nota mentre effettua il caratteristico volo dello "spirito santo". Scava un lungo cunicolo nelle ripe sabbiose e arenose, alle cui estremità depone, due volte all’anno, dalle 5 alle 8 uova dalla colorazione biancastra che i due sessi covano per due settimane.

Nella zona sopra descritta, vi sono stanziali anche alcuni esemplari di cigni (Cygnus olor). Questi animali vivono in coppie e sono molto aggressive nei confronti degli altri esemplari della stessa specie. Di solito costruiscono il loro nido all'asciutto, ma a volte anche in acqua fra la vegetazione palustre. Si cibano di piante acquatiche, molluschi e piccoli pesci.

I mammiferi presenti nell'area del parco sono visibili soprattutto al crepuscolo e di notte. Si tratta di animali legati ai boschi come volpi (Vulpes vulpes), scoiattoli (Sciurus vulgaris) e ghiri (Glis glis).

Glis glis Cygnus olor

Il paesaggio forestale della valle del parco del Ticino e, più precisamente i boschi del fondovalle, sono divisibili in tre fasce: la prima è caratterizzata da salici e pioppi ed è ubicata a ridosso delle rive del fiume; la seconda alle sue spalle ed è formata da pioppi bianchi, neri e tremuli e da ontani; la terza fascia è costituita da una foresta planiziale stratificata, posta al limite massimo delle piene del fiume, dominata dalla farnia, dall'olmo minore e dal carpino bianco.  Iris pseudoacorus
Nei pressi delle rive del fiume, in alcune zone, in primavera non è raro assistere alla splendida fioritura dei gigli d'acqua (Iris pseudoacorus) che, con i loro splendidi fiori gialli, illuminano la monotonia dei canneti.
Si potrebbe scrivere ancora a lungo sul Parco della valle del Ticino, magari raccontando i vari ambienti caratteristici che il "fiume azzurro" attraversa.

Personalmente, in questo breve e certamente non esaustivo articolo, ho voluto solo "sfiorare" l'enorme biodiversità animale e vegetale che questo territorio sa donarci. Esso è un tesoro inestimabile, non solo naturalistico, ma anche sociale, di cui siamo allo stesso tempo proprietari e custodi ed è per questo validissimo motivo che tutti insieme siamo chiamati e impegnati ad amarlo e proteggerlo.

Alcuni dati presenti nell'articolo sono stati tratti dall'opuscolo edito dal Parco del Ticino. Gli speciali de "La Rivista della Natura","Parco del Ticino, Guida all'area protetta Lombarda, edizione EDINAT, Luglio 2014.
La foto dell'airone cenerino è stata scattata dall'amico Valter Tessari.
La foto del ghiro è stata scaricata da Internet dal sito Agraria.org.

 

 

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Airone cenerino

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