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TUTTE LE PETIZIONI

 

PETIZIONE: PESCA ECCESSIVA, L'ITALIA RISCHIA L'ENNESIMA INFRAZIONE UE 09 Mar 2015
Greenpeace oggi rilancia l'allarme sulla pesca eccessiva che sta svuotando i nostri mari e punta il dito contro il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, responsabile di aver sino ad ora attuato delle politiche fallimentari di gestione della pesca, che non hanno garantito un utilizzo equo e sostenibile degli stock ittici. Le risorse di pesca sono in evidente declino e la crisi dell'intero settore è ormai sotto gli occhi di tutti... LEGGI
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FERMIAMO LA STRAGE DELLE VOLPI E DEI CUCCIOLI UCCISI IN TANA NELLA PROVINCIA DI ANCONA !!! 15 Feb 2015
Il Dirigente del Settore Affari Istituzionali - Polizia Provinciale - Flora e Fauna della Provincia di Ancona, ha recentemente autorizzato l'uccisione delle volpi e dei loro cuccioli in tutti gli Istituti faunistici della Provincia, utilizzando metodi cruenti di abbattimento. È consentito, ad esempio, l'abbattimento della volpe all'aspetto, anche notturno, con utilizzo di fonti luminose durante l'intero anno solare. È consentito l'utilizzo dei cani in tana da parte di dieci "operatori" nel periodo 1 gennaio - 31 marzo di ogni anno e il trappolaggio tutto l'anno !!! E questo fino alla fine del 2017, finalizzandolo al controllo della volpe (Vulpes vulpes) nelle zone di Ripopolamento e Cattura, nei centri pubblici e nelle aree di rispetto. Una barbarie di vago sapore medioevale con l'obiettivo di estirpare un competitore degli amanti della Natura calibro 12. I cacciatori della Provincia di Ancona, non soddisfatti dei loro magri carnieri dovuti a decenni di indisturbata pressione venatoria, tentano da sempre di estirpare in maniera violenta e definitiva la volpe, un loro diretto competitore. Non riescono a comprendere il grande valore biologico quale regolatore naturale delle altre specie della fauna selvatica e contribuiscono ulteriormente allo squilibrio naturale e al depauperamento della biodiversità.
Ma la cosa che più colpisce sono le politiche filovenatorie dei dirigenti del settore Flora e Fauna della Provincia di Ancona che, invece di preoccuparsi di tutelare tutte le specie della fauna selvatica, sembrano più orientati ad accontentare le pressioni dell'estremismo venatorio, autorizzando addirittura abbattimenti in tana nel periodo riproduttivo delle volpi e dei loro cuccioli, utilizzando per questo strazio cani e "operatori" autorizzati. Chiediamo, quindi, alla nuova Presidente della Provincia di Ancona, Liana Serrani, di fermare questo orrore, interrompendo l'abbattimento delle volpi e interpretando il comune senso di pietà per gli animali ed esercitando il dovere di tutela del patrimonio faunistico e della biodiversità della nostra Provincia, a vantaggio di tutti i cittadini ed ostacolando gli interessi particolari di una sparuta minoranza, che tanta influenza sembra ancora oggi avere.

Firma la petizione
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Liberiamo la delfina Angel

FIRMA LA PETIZIONE PER LIBERARE ANGEL, LA DELFINA ALBINA IN TRAPPOLA 27 gen 2015
Angel è una femmina di delfino albino. Poco più di un anno fa, è stata catturata nella famosa baia della morte di Taiji, in Giappone. Un luogo dove ogni anno vengono uccisi migliaia di cetacei: una vera mattanza che tinge il mare di rosso. I pescatori, seguendo una terribile usanza, intrappolano, in una baia, interi gruppi di cetacei per poi ucciderli in modi orrendi. Ad Angel è stata risparmiata la vita in quanto albina; i pescatori speravano potesse diventare un'attrazione da cui ricavare guadagni. Anche la mamma di Angel era riuscita a salvarsi: in poco tempo, però, l'ha uccisa il dolore. Separata dalla figlia, è morta attuando un comportamento definito "spyhopping": non riuscendo a ritrovare la sua cucciola, la delfina si è suicidata lasciandosi annegare.
"Vorrei che la strage della baia della morte, una mattanza che ogni anno uccide centinaia di cetacei, venisse fermata. E lancio questa petizione perché le firme di tutti possano contribuire alla liberazione della piccola delfina albina. Mi rivolgo a Lei, Ambasciatore Giorgi, perché intervenga e si adoperi per la liberazione di Angel. Ci aiuti a fermare la strage e a liberare la piccola delfina bianca".

Firma la petizione
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FIRMA LA PETIZIONE PER CHIEDERE ALLE AUTORITA' KENYOTE DI DICHIARARE IL BRACCONAGGIO COME EMERGENZA NAZIONALE 26 Mar 2014
Per fimare la petizione rivolta alle autorità kenyote CLICCA QUI.

Nei confronti delle autorità Kenyote e del Presidente del paese in modo particolare, è attualmente in corso una petizione internazionale che chiede interventi decisi oltre che dichiarare il bracconaggio "emergenza naturale". Firma anche tu la petizione da inviare alle autorità kenyote, per fermare la strage di elefanti. Video su Geapress.

Petizione Kenya elefanti Petizione Kenya elefanti
Sopra, alcuni degli elefanti recentemente rinvenuti in Kenya (marzo 2014) e orrendamente mutilati dai bracconieri.
Per fimare la petizione rivolta alle autorità kenyote CLICCA QUI.
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FIRMA LA PETIZIONE PER CHIEDERE ALLA GERMANIA DI CHIUDERE I PORTI AL COMMERCIO DI CARNE DI BALENA 09 Lug 2013
Firma la petizione affinchè la Germania non apra il proprio porto a carichi di carne di balena, che l'Olanda si è rifiutata di accogliere nel porto di Rotterdam, dopo più di 1 milione di firme. Qui la petizione.
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FIRMA LA PETIZIONE PER CHIUDERE LA CACCIA ALLE BALENE IN ISLANDA 31 Mag 2013
Il Giappone non demorde, e continua imperterrito la sua personale guerra contro l'ambiente, complici anche paesi europei come l'Islanda. Importa infatti carne di balena per trasformarla in ...crocchette per cani. Mancano ancora molte firme, non perdere dunque l'occasione per contribuire a rendere gli oceani meno vuoti e più vivi. Qui la petizione.
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FIRMA LA PETIZIONE PER CHIEDERE AL GOVERNO DI HONG KONG DI LEGIFERARE SUL FINNING 24 Mag 2013
A Hong Kong nel 2011, sono state importate oltre 10.000 tonnellate di pinne di squalo. Firma la petizione per chiedere al Governo di Hong Kong di vietare il commercio e il possesso di pinne di squalo e di altri elasmobranchi. Solo così è possibile fermare il commercio insostenibile che sta decimando le popolazioni di squalo in tutto il mondo. Qui la petizione.
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STOP ALL'UCCISIONE (CON GLI ESPLOSIVI) DEI DELFINI DELLA TANZANIA 15 Mag 2013
Tanzanian Dolphin PetitionFirma urgentemente la petizione per fermare definitivamente la caccia illegale ai delfini della Tanzania.
Da qualche tempo in Tanzania, soprattutto presso Dar es Salaam e la Tanga region (Dar es Salaam and Tanga regions - http://www.marineparks.go.tz/ -) i pescatori locali utilizzano esplosivi per far saltare in aria i delfini e attirare così gli squali, poi catturati, spinnati vivi e rigettati in mare agonizzanti. Il tutto per qualche pinna di squalo da inviare ai mercati cinesi.
In Tanzania i delfini sono specie protetta dal 2009 (Tanzanian Fisheries Regulations, che protegge 38 specie), tuttavia l’assenza di controlli, la corruzione e l'anarchia generale favorisce questa ed altre cruente pratiche di caccia.
La Tanzania è anche un paese con una grande vocazione turistica, che deve essere preservata a tutti i costi, almeno secondo le intenzioni del governo che, seppur timidamente, sta cercando di fermare la caccia e la pesca illegale per non danneggiare ulteriormente l'economia del turismo.
Sibylle Reidmiller, segretario del Tanga Tourism Network Association, afferma che sarà fatto il possibile per fermare la caccia illegale e invita chiunque a segnalare sospetti e pratiche illegali alle autorità. Tratto da DailyNews.
La petizione, da firmare ed inoltrare al Governo della Tanzania, si trova qui. Articolo.
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BAN COREXIT! 24 Apr 2013
Invitiamo tutti a firmare la petizione Ban Corexit!: Ban Corexit! Sign our petition today!. Per info sul Corexit leggi qui.

Ban Corexit
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SEA SHEPHERD, AIUTIAMO IL CAPITANO PAUL WATSON FIRMANDO, ANCHE DALL'ITALIA, LE DUE PETIZIONI 06 Feb 2013
Sea Shepherd Conservation Society, l'organizzazione non-profit leader mondiale dell'azione diretta per la conservazione, ha lanciato due petizioni sulla pagina del sito web della Casa Bianca "We The People" per ottenere il sostegno del governo degli Stati Uniti ai fini dell'applicazione delle legge di conservazione in difesa delle balene a rischio nel Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud ed assicurare un asilo sicuro per il fondatore dell'organizzazione, il Capitano Paul Watson.
La prima petizione recita: "Agire con determinazione e fermare i giapponesi dall'uccidere le balene nel Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud" e si trova al seguente indirizzo: http://wh.gov/Vnbu.

Il testo integrale della petizione è il seguente: "Il presidente deve agire in modo rapido e deciso contro la caccia illegale alle balene perpetrata dal Giappone. In base all'Emendamento Pelly e all'Emendamento Packwood-Magnuson, il Presidente ha il potere di applicare sanzioni economiche contro il Giappone per il massacro continuato di balene nel Santuario Antartico dei Cetacei. Gli Stati Uniti affermano di opporsi risolutamente alla caccia alle balene del Giappone, ma fanno ben poco per fermare questa pratica. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato: "Restiamo determinati nella nostra opposizione alla caccia commerciale alle balene, inclusa la cosiddetta caccia 'scientifica', in particolare nel Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud, istituito dalla Commissione Baleniera Internazionale. In questo contesto, vogliamo sottolineare che le tecniche letali non sono necessarie per la conservazione e per una sua moderna gestione."

La seconda petizione recita: "Garantire asilo sicuro al Capitano Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd Conservation Society" e si trova al seguente indirizzo: http://wh.gov/VnRf.

Il testo integrale della petizione è il seguente: "Chiediamo agli Stati Uniti di non estradare il cittadino americano Paul F. Watson. Ci sono due Allarmi Internazionali attivi emessi dall'Interpol contro il Capitano Watson, su richiesta del Costa Rica e del Giappone. Alla base di questi allarmi vi sono azioni non letali in difesa della vita marina che soffre le piaghe della pesca agli squali e delle operazioni di baleneria illegale. Gli allarmi sono politicamente motivati. Il Capitano Watson è un leader di fama mondiale, molto rispettato nell'ambito delle problematiche ambientaliste. Nel 1999 ha ricevuto dal presidente George H.W. Bush il Premio "Daily Points of Light" e nel 2000 è stato inserito tra i "20 Eroi Ambientalisti del 20° Secolo" dal Time Magazine. Nel 2012 è diventato la seconda persona della storia ad essere onorata del Premio Jules Verne per gli ambientalisti ed avventurieri. Il Capitano Watson è un tesoro nazionale. Secondo le procedure previste dalla pagina per le petizioni "We the People" della Casa Bianca, Sea Shepherd ha tempo fino al 28 febbraio (30 giorni) per raccogliere 100.000 firme reali di persone dai 13 anni in su, che sostengano la petizione per fare in modo che la Casa Bianca prenda in considerazione di agire sul tema. Leggi tutto sul sito di Sea Shepherd Italia.

Altra petizione rivolta alla Casa Bianca qui.
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PETIZIONE PER SALVARE LE MANTE 11 Feb 2013
Protect Manta Rays - Leggi e firma la petizione per salvare le mante. Petizione.
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DUE PETIZIONI PER I DELFINI DI TAIJI 06 Feb 2013
Segnaliamo due petizioni dedicate ai delfini di Taiji: IMATA TRAINER'S - WAZA & IMATA.
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LIBERIAMO L'ORCA MORGAN 17 Dic 2012
Morgan è un'orca detenuta presso il Dolphinarium Harderwijk sin dal 2010. Si stanno raccogliendo firme per completare una petizione da inviare alla Commissione Europea, alla Corte di Giustizia Europea e al Ministro per lo Sviluppo, il Turismo e il Commercio spagnolo. Firmate numerosi la petizione, al momento in cui scriviamo sono state raccolte oltre 171.00 firme.Qui la petizione.

Petizione orca Morgan
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SOLO 9 DOLLARI PER SALVARE LE BALENE 29 Nov 2012
In onore della nona campagna di Sea Shepherd in difesa delle balene antartiche, abbiamo lanciato una speciale sfida di raccolta fondi per una settimana a partire da Lunedì 19 Novembre. Ci appelliamo ai nostri sostenitori nel mondo, sia che ci abbiate conosciuti da poco o che ci stiate sostenendo da anni, chiedendo una donazione di soli 9$ all'Operazione Zero Tolerance. Se ognuno di voi che credete nel nostro lavoro donerà solo 9$, so che potremo facilmente raggiungere l' obiettivo di 2 milioni di $. Perché non prendere tale impegno? Nessun altro gruppo di conservazione marina mette a rischio il proprio equipaggiamento e i propri corpi fra I balenieri e le grandi balene per salvare vite. Se desiderate donare di più, considerate le donazioni di multipli di 9 come 99$ o 999$. Qualunque cifra scegliate, per favore donate ciò che potete, così che sia per noi possibile difendere le balene che abitano il Santuario Australe dei Cetacei e portar loro la pace che tanto meritano. Questo potrebbe essere il primo anno in cui I balenieri non uccideranno nessuna balena, ma ci serve il vostro aiuto per farcela! L'Operazione Zero Tolerance non è ancora completamente finanziata e se non raccogliamo le donazioni per sostenerci nei prossimi tre mesi che costituiscono questa campagna, potremmo doverci ritirare prima del previsto permettendo ai balenieri di cacciare a volontà...visita la pagina di SeaShepherd.
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Sea Shepherd Richiede un'Azione Immediata Contro il Massacro Crudele e il Commercio Illegale di Tartarughe Marine e Dugonghi...LEGGI.
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PETIZIONE EUROPEA CONTRO LA PESCA ECCESSIVA 29 Ott 2012
Petizione wwfIl WWF lancia una grande petizione europea per la salvaguardia dei mari contro la pesca eccessiva: Impediamo la bancarotta degli Oceani lo slogan scelto dall’associazione ambientalista, che ha creato un sito apposito con un form precompilato (ma modificabile a piacimento) che verrà recapitato al parlamentare europeo relativo dello stato di appartenenza del sottoscrittore. Una petizione dal chiaro intento di mantenere l’attenzione sul drammatico problema del sovrasfruttamento delle risorse ittiche europee. Il WWF organizza una petizione su scala europea per la salvaguardia della fauna marina, falcidiata dalla pesca irresponsabile ed eccessiva, ben lungi dall’essere controllata entro il territorio europeo (e ovviamente non solo). Come sottolinea l’associazione ambientalista:"Per trent’anni i ministri europei della pesca hanno preso delle decisioni che hanno portato solamente a pescare in maniera eccessiva, con la conseguenza di aver finite I pesci e mandare in crisi l’industria della pesca. Se proseguiranno così le cose gli ecosistemi si destabilizzeranno e l’economia della pesca fallirà".
Il WWF spinge opportunamente (date le circostanze), sui fattori economici legati al sovrasfruttamento dei mari europei: poiché come è noto a tutti, non solo la pesca eccessiva impoverisce e debilita i mari (si pensi anche al grave problema delle prede accessorie) ma mette le basi per il tracollo a breve termine delle stesse attività di pesca, grande fonte di introiti per svariate nazioni del continente, Italia compresa. Come si legge nel form della petizione, il WWF ricorda che:"Studi recenti dimostrano che con una Riforma della PCP ambiziosa, i pescatori della Comunità Europea potranno sbarcare ulteriori 2.8 milioni di tonnellate rispetto alla situazione attuale, guadagnando 2,1 miliardi di euro l’anno".
Non c’è alcun dubbio che il problema dello svuotamento dei mari è uno dei più urgenti con cui ci si trova a dover fare i conti; conti che devono essere fatti, pena gravissimi danni non solo ecologici, ma anche economici. Arresta la bancarotta dei nostri oceani - Form Petizione. Testo tratto da Ecologiae.com.
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ABOLIAMO L'USO DEI DISERBANTI 13 Set 2012
"E' il momento di avviare una grande iniziativa popolare perché il diserbo chimico sia gradualmente, ma definitivamente bandito dall’agricoltura e dall'ambiente italiani, con l'obiettivo che possa essere il primo passo ed un buon esempio che investa tutta l’agricoltura europea".
Noi di biologiamarina.eu supportiamo tale iniziativa, perchè il problema delle sostanze chimiche immesse nell'ambiente riguarda tutti noi. Quando una sostanza chimica viene irrorata in un prato, finisce, prima o poi, nelle acque sotterranee, nelle falde, nei fiumi e infine nel nostro amato mare. E' dovere di ogni cittadino, dunque, far si che questo non avvenga più.
Gli oncologi hanno lanciato l'allarme da tempo: oltre 300 sostanze di sintesi, tra cui alcuni diserbanti di uso comune e molte sostanze cancerogene o potenzialmente tali, sono state isolate dal cordone ombelicale, per cui alla fine, ciò che viene immesso nell'ambiente si accumula nel nostro organismo.
Inoltre il diserbo chimico altera sia l'ambiente terrestre che quello delle acque interne; riduce la biodiversità, è responsabile del degrado del paesaggio, dei versanti e dei bordi delle strade che frequentiamo ogni giorno. Fossati e canali di scolo vengono trasformati in putridi canali che, con le prime piogge, si riempono trascinando via tutto quello che prima le piante riuscivano a trattenere.
Leggi e Firma la petizione su AVAAZ,grazie.
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L'IKEA DISTRUGGE LE FORESTE E GLI AMBIENTI ACQUATICI DELLA KARELIA - SOTTOSCRIVI LA PETIZIONE -
Un'alleanza di associazioni ambientaliste, capeggiata dall'Ong svedese Protect the Forest, ha lanciato una nuova campagna contro la multinazionale del mobile Ikea che ha ottenuto concessioni per abbattere antiche foreste nella regione russa della Karelia. Secondo le associazioni, la Swedwood, una controllata di Ikea, sta tagliando migliaia di ettari di antiche foreste e distruggendo la loro biodiversità. Il problema è che i 300.000 ettari in concessione alla Swedwood sono certificati dal Forest Stewardship Council (Fsc), il più autorevole certificatore forestale del mondo. In un comunicato rilanciato anche da Mongbay.com, Andrei Laletin di Friends of the Siberian Forests sottolinea: "È molto triste che foreste che ci hanno messo secoli per maturare possano andare perse in pochi giorni. Grazie alla promozione da parte di Ikea del consumo di massa di prodotti del legname a basso costo, l'apprezzamento della gente per il vero valore delle antiche foreste è compromesso e questo minaccia i diritti delle generazioni future di godere i vantaggi del nostro patrimonio forestale".
Secondo gli ambientalisti l'Ikea sta radendo al suolo foreste con alberi di un'età che varia tra i 200 e i 600 anni ed anche Josefin Thorell, una portavoce dell'Ikea, ha ammesso su Mongabay che "L'età media degli alberi abbattuti nella regione è di 160 anni", ma ha aggiunto che "L'età degli alberi tagliati è meno importante della gestione complessiva della concessione. In una gestione responsabile delle foreste si tratta davvero di gestire la foresta in modo da proteggere la biodiversità, piuttosto che concentrarsi sull'età dei singoli alberi. Risparmiamo il 16 - 17% della foresta per preservare i valori di alta conservazione, il che è ben al di sopra dei requisiti di legge, nonché dei requisiti Fsc.
La regione è anche ricca di acqua e ambienti umidi, per cui con l'abbattimento saranno distrutti anche gli ambienti acquatici della regione. News integrale su GreenReport - PETIZIONE - Altre iniziative - Sito RainForest.
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SEA SHEPHERD, AIUTA IL CAPITANO PAUL WATSON
Vi preghiamo di contattare:
Sabine Leutheusser-Schnarrenberger Federal Minister of Justice (Ministra Federale della Giustizia), Deutscher Bundestag - Platz der Republik, 11011 Berlin.
Telefono +49 030 - 227 751 62 -
Fax +49 030 - 227 764 02
E-Mail: sabine.leutheusser-schnarrenberger@bundestag.de
Facebook: https://www.facebook.com/BMJustiz/info
Federal Ministry of Justice (Ministero Federale di Giustizia)
Mohrenstrasse 37
10117 Berlin, Germany - Lettera di esempio. Agg: Watson è ora libero su cauzione.
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A FATAL TASTE FOR BABY-FISH 14 Apr 2012
AEGUSA e APR insieme per scoraggiare lo sbarco illegale di giovanili di tonno rosso, molto facili da catturare una volta individuato il banco. Questo deve finire. Non occorre essere 'scienziati' per prevedere cosa accadrà se continuiamo con queste cattive abitudini....vai al sito APR per maggiori informazioni.
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MASSACRO DELLE FOCHE IN CANADA 29 Mar 2012
Leggi e firma la lettera di protesta da inviare al Governo Canadese. Lettera IFAW.
Il 22 marzo il bastone dei cacciatori di tradizione canadesi ha iniziato ad uccidere i cuccioli di foca. La mattanza si chiuderà solo a fine aprile.
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PETIZIONE MORE FISH 29 Feb 2012
Già vicina alle 100.000 firme la petizione WWF, More Fish, per chiedere al Parlamento Europeo di salvare la pesca....
Con la petizione WWF More Fish già vicina alle 100.000 firme, l’Associazione e i cittadini chiedono a gran voce al Parlamento Europeo di salvare pesci e pescatori, in una parola la pesca. È l’appello ribadito oggi durante un incontro del WWF al Comitato Petizioni del Parlamento Europeo, per presentare l’iniziativa, lanciata online in tutta Europa, e dare voce alle richieste dei cittadini europei che hanno già aderito e che aderiranno da qui a settembre: smetterla con la pesca eccessiva e impegnarsi per salvare la biodiversità marina, la pesca e il suo indotto. Lo comunica il WWF in una nota.
Il 75% degli stock europei di pesce è sovrasfruttato e si stima che la Comunità Europea perda ogni anno circa 3 miliardi di euro, di quelli che potenzialmente un settore della pesca ben gestito determinerebbe. "Secondo migliaia di cittadini europei il Parlamento Europeo non può fallire nel suo compito: la riforma della Politica Comune della Pesca deve essere drastica e risolutiva – ha detto Marco Costantini, responsabile Mare del WWF Italia – Se l’Europa voterà per lo status quo, non riusciremo a salvare i nostri mari, i pesci, né il settore della pesca. Al contrario, una riforma nuova e ambiziosa potrà assicurare il recupero degli stock di pesce, migliori profitti e migliori posti di lavoro. Il nostro obiettivo è raggiungere le 500.000 firme entro settembre per dimostrare ai membri del Parlamento Europeo che i cittadini tengono a una pesca sostenibile e li ritengono responsabili della sua realizzazione".
La Commissione Europea ha inviato la sua proposta di riforma della pesca al Parlamento Europeo l’estate scorsa perché sia vagliata e adottata. La proposta verrà discussa ampiamente nei prossimi mesi. Il WWF consegnerà tutte le firme raccolte con la petizione a settembre, prima di un importante voto plenario sulla Riforma della Politica Comune della Pesca, previsto per il 12 settembre. Le migliaia di cittadini che hanno firmato la petizione del WWF, The ‘More Fish’ Petition chiedono al presidente e ai membri del Parlamento Europeo di:

FIRMA LA PETIZIONE

Tratto da Agenzia Parlamentare.
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PETIZIONE PESCA WWF 28 Gen 2012
Petizione WWF Pesca: obiettivo 500.000 firme per settembre. Leggi e firma la petizione.
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FERMARE LA CACCIA ALLE FOCHE IN CANADA
Per chiedere di porre fine a questa pratica e fare in modo che di stagioni di caccia non ce ne siano più, potete far sentire la vostra voce scrivendo al Primo Ministro canadese Stephen Harper e all’ambasciata canadese in Italia: pm@pm.gc.ca, rome-gr@international.gc.ca, rome-pa@international.gc.ca, consul.rome@international.gc.ca.
Lettera Tipo: I was shocked to learn that the Canadian government still allows hundreds of thousands of seals to be slaughtered each year, especially given that the U.S. and the European Union have banned seal product imports and that Russia, Canada’s largest market for seal fur, has recently taken steps to ban seal imports as well. These gentle animals are shot or have their skulls smashed in by sealers. They are then skinned for their fur, often while they are still conscious. Please end the seal slaughter immediately and spare Canada any further embarrassment. (nome). Fonte: NemesiAnimale.
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BOICOTTARE IL GIAPPONE? [CONTRIBUTO INTEGRALE] 23 Dic 2011
Non soffia un buon vento nel paese del Sol Levante. Il Governo giapponese continua a mentire su Fukushima (vedere box sotto) e ha utilizzato i soldi degli aiuti internazionali, forse 30 milioni di dollari, per riprendere la caccia alle balene in Antartide. Per non parlare poi delle stragi continue di cetace a Taiji, che sono malamente censurate con arresti 'preventivi' degli attivisti e di coloro che osano avvicinarsi ai luoghi del massacro.
Ora Sea Shepherd Conservation Society ha aperto una petizione per riavere indietro gli aiuti "malamente sperperati" dai giapponesi.
Brigitte Bardot, icona del cinema e dell’animalismo mondiale, lo aveva già denunciato nella sua lettera.
Poi è arrivata Greenpeace (ma dopo la tirata d’orecchie del Capitano Paul Watson), infine oggi la nuova denuncia di Sea Shepherd che chiede indietro le donazioni fatte al Giappone per sostenere le emergenze e i sopravvisuti al terremoto, allo tsunami e all’incidente nucleare alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi.
La richiesta possiamo farla tutti grazie alla petizione online. Del resto anche SeaShepherd ha contribuito e molti di noi lo hanno fatto in buona fede, senza lontanamente immaginare che quei soldi potessero essere usati per la caccia alle balene.

Sea Shepherd ha attiva anche una petizione intitolata Boycott Japan, take the pledge and Save te dolphins of Taiji.
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PETIZIONE CONTRO LA CACCIA IN DEROGA 25 Nov 2011
Pubblichiamo volentieri, dopo numerose segnalazioni, la petizione contro le deroghe pro-caccia.
Fino a 1500 colpi in un’ora e decine di cacciatori che hanno bombardato il passo dei piccoli uccelli canori.
Cacciatori che finivano battendo in terra i poveri uccellini che cadevano dappertutto, una scena surreale degna di un vero e proprio incubo, da farci vergognare innanzi a tutta l’Europa. Uno schieramento ignobile di fucili con i cacciatori fianco a fianco che, senza soluzione di continuità, abbattevano i gruppetti di piccoli uccelli migratori. Un’avidità incolmabile che portava con arroganza gli stessi sparatori a raggiungere i protezionisti del frattempo apparsi sul crinale, per recuperare i poveri animaletti feriti e saltellanti in terra. Poi giù, battuti sul terreno.
Ma il vero scandalo sta altrove, tra gli scragni del Consiglio Regionale della Lombardia. "Questo massacro – ha dichiarato G. Zavalloni, rappresentante della LAC, – viene legalizzato ogni anno dalla Regione Lombardia. Le specie che vengono uccise qui sono tutte protette in Italia ed Europa, eppure ogni anno Lega e PdL, ma anche UdC e PD, si mettono d’accordo per autorizzare questa caccia in deroga, pur sapendo che stanno commettendo un abuso di potere".
Altre informazioni su GeaPress che riporta anche un video, mentre la petizione è disponibile nel sito del CABS.
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AIUTIAMO LE ORCHE DEL SEAWORLD DI ORLANDO 03 Nov 2011
L'associazione PETA smaschera ancora una volta il gruppo SeaWorld di San Diego; le immagini aeree mostrano una delle 3 orche detenute presso la struttura di Orlando. Nel cerchio rosso è evidenziata l'orca Tilikum che, come le altre, è stata catturata in giovane età. La detenzione in spazi angusti è terribile per questi splendidi cetacei, che in natura coprono distanze di oltre 100 miglia al giorno. Per contribuire con PETA basta scrivere al The Blackstone Group, attraverso il portale dell'associazione; per ulteriori informazioni e per leggere il testo completo cliccare qui.
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No Fins No Future FIRMA LA PETIZIONE Stop Shark Fishing - Fermiamo la caccia agli Squali 28 Ago 2011
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UNA RACCOLTA DI FIRME PER SALVARE IL FIUME ISONZO
Con la nuova legge sul Piano energetico (sloveno) è partita la proposta, con l'art. 565, di abolire lo status del fiume Isonzo come di inestimabile valore naturalistico (legge del 1976). La proposta prevede l'abolizione del regime di tutela, decretato dalla legge sulla tutela dell'Isonzo e affluenti (alto Isonzo) (doc. ufficiale SRS n.7/76)e dalla legge sulla conservazione dei beni naturali (doc. ufficiale RS n.56/99, 31/00, 119/02, 22/03, 41/04, 96/04 – UPB). Questo permetterà la costruzione di nuove dighe dove oggi non è permesso.
È immediatamente scattata la mobilitazione locale, sia sul versante italiano che su quello sloveno (Soča ), per espandersi poi a macchia d'olio anche ad altri Stati Europei tra coloro che sono impegnati nella lotta contro l'idroelettrico selvaggio. Il dibattito pubblico resta aperto fino alla fine del mese di settembre, c'è tempo fino ad allora per esprimere la propria contrarietà a quanto previsto dall'art. 565 del nuovo piano energetico.
La petizione può essere firmata on line (testo in italiano e sloveno), oppure possono essere scaricati i moduli da stampare per la raccolta delle firme dal sito degli amici friulani di FiumeIsonzo che per primi si sono mobilitati in difesa del fiume. Tratto da Alleanza Pescatori Ricreativi.
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CONTRO IL PETROLIO 'ETICO'

Da sabato scorso al 3 settembre, manifestanti si fanno arrestare davanti alla Casa Bianca per chiedere al presidente Obama di non approvare la costruzione del pipeline Keystone XL che dovrebbe portare il greggio – estratto da sabbie bituminose – dal Canada alle raffinerie statunitensi.

Contro il cosiddetto 'petrolio etico' è iniziata la protesta di Bill McKibben, l’autore di Terraa, del movimento 350.org e di Tar Sands Action. Da un lato, escludono che il nuovo pipeline commissionato alla TransCanada si guasti meno di quelli precedenti: è soggetto alle stesse norme di sicurezza di cui nessuno controlla il rispetto, si veda l’incidente alla Deepwater Horizon. Dall’altro, la tecnologia per il 'petrolio etico' richiede enormi quantità di acqua ed energia, e ancora prima della trasformazione del bitume in benzina emette più gas serra di quello che succede con il petrolio normale.
Prima di separare il bitume dal terreno con vapore a temperatura elevata e solventi, bisogna prelevare strisce di suolo spesse fino a sei metri e ripetere l’operazione per decine di chilometri quadrati. Le dimensioni dei macchinari sono impressionanti e quelle dello scempio evidenti nelle immagini satellitari. Nelle distese dell'Alberta "scrostate" dalle loro praterie e foreste boreali , l’acqua delle lagune artificiali – così vaste da essere visibili dallo spazio – è colorata di blu da cadmio, mercurio, arsenico e idrocarburi pesanti. Le agenzie per la protezione dell’ambiente di Canada e Stati Uniti hanno chiesto una moratoria. Il governo canadese ha risposto con nuove concessioni, quello americano preferisce importare greggio da un paese amico. Ma le Prime Nazioni si oppongono e anche gli abitanti degli stati americani lungo il percorso del pipeline.
A Washington, i manifestanti si ritrovano ogni giorno a due passi del Memorial di Martin Luther King in un centinaio e praticano la disubbidienza civile, come ai tempi della lotta contro la segregazione razziale. Giovani e vecchi sono fermati, i primi sono anche stati arrestati e rilasciati dopo un giorno o due contro una cauzione di 100 dollari, rimandati a casa in attesa del processo e sostituiti da un altro gruppo. È l’inizio, ci sono ancora mille volontari in lista di attesa.

Ma le altre Ong ambientaliste cosa fanno?

Tutte si oppongono allo sfruttamento dell’Alberta, dopotutto, e non solo 350.org, che vuole innanzitutto limitare le emissioni di gas serra  a 350 molecole di anidride carbonica su un milione di molecole presenti in un dato volume di atmosfera, ma è già troppo tardi.
I responsabili delle ONG ambientaliste americane rispondono che l’obiettivo della protesta è di coinvolgere anche chi è contrario alla protezione della natura. Non significa che il Sierra Club, Greenpeace o WWF non metterà risorse e l’ufficio legale a disposizione degli arrestati, non appena lo chiederanno. Ma sanno di essere invisi a chi teme il pipeline, ranchers del Texas, agricoltori dell’Illinois e dell’Oklahoma, chi lungo il percorso ha comprato una casa che varrà ancora meno. Gente che li considera dei comunisti, infatti li chiama i “watermelons”: verdi fuori e rossi dentro.
Però McKibben e i suoi compagni di galera potrebbero aver colto il fastidio crescente suscitato dalle misure favorevoli all’inquinamento chieste della destra repubblicana anche fra l’elettorato conservatore, oltre a quello suscitato dai compromessi del presidente Obama fra i giovani democratici. Se è così, l’appoggio della Harry Potter Alliance conta più di quello di Al Gore.

Cosa possiamo fare noi?

Risparmiare. Prendere i mezzi pubblici, invece di comprare benzina dall’ Eni o dalle sue sorelle; mettere il condizionatore su 25 gradi e in notturna anche di giorno; comprare albicocche, fichi e susine invece di ciliege del Canada a 19 euro al chilo. Firmare l’appello al presidente Obama e, cosa che ai manifestanti fa molto piacere, allegare una propria foto e mandarla photos@350.org con in oggetto Tar Sands Action Solidarity from (la città dove abitiamo), Italy. Se avanzano 35 euro (50 dollari), usare la carta di credito perché arrestati e arrestandi hanno bisogno di soldi per la cauzione, il viaggio a Washington, il sostentamento in città finché non sono nutriti dallo Stato federale.

E pure dopo, in carcere si mangia poco e male. Bill McKibben ne è uscito ottimista, ma affamato. Fonte: OggiScienza.
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PORRE FINE ALLO SPRECO: ADERISCI ALLA CAMPAGNA DI FISHFIGHT E FIRMA LA PETIZIONE

Fishfight

Sostenendo questa campagna, il tuo nome sarà aggiunto a una lettera da inviare al Commissario Maria Damanaki, ai membri del gruppo di riforma Politica Comune della Pesca (Common Fisheries Policy Reform Group) e a tutti i membri del Parlamento Europeo.

Vai al sito di fishfight per maggiori informazioni; leggi qui il documento.
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SHARK IN DEEP TROUBLE

Shark in Deep Trouble è un documentario presentato al Montana Cine International Film Festival 2008, scritto e interamente prodotto da Lesley Rochat.
Il documentario tratta di squali e della caccia spietata a cui sono sottoposti. Ovvero tratta del finning, la cruenta pratica che prevede la mutilazione delle pinne per poi essere essiccate e commercializzate nei paesi del sud est asiatico.
Il documentario vanta numerosi premi e riconoscimenti, tra questi l' Honorary Investigative Journalism Award, al 32° International Wildlife Film Festival 2009. VAI AL DOCUMENTARIO - FIRMA LA PETIZIONE
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PETIZIONE DEL WWF SULLA PROPOSTA EUROPEA DELLA RIFORMA DELLA PESCA (PCP)

La proposta PCP della Commissione allo stato attuale non è ritenuta sufficientemente ambiziosa dal WWF per risolvere il problema pesca. Nelle acque europee, di fatto, il 70% degli stock ittici sono sovrasfruttati. Si pescano più pesci di quanti ne nascono. Specie simbolo come il tonno rosso del Mediterraneo o il baccalà dell'Atlantico sono stati enormemente sfruttati per decenni. L'Europa ha purtroppo sempre mal gestito la pesca. Abbiamo, quindi, bisogno di una vera e' propria riforma radicale e coraggiosa della  Politica Comunitaria della Pesca.
Per questo, in concomitanza con il lancio della proposta di riforma della Politica Comunitaria della Pesca  proposta dalla Commissione Europea, il WWF ha lanciato una petizione indirizzata al Presidente e ai Membri del Parlamento Europeo: FIRMA ORA.
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AIUTACI A FERMARE LA STRAGE DI UCCELLI A MALTA
Malta ha la più alta densità di cacciatori al mondo, e questo ovviamente incide sulle scelte politiche. Basti considerare che il Governo maltese sta alacremente lavorando per riaprire la caccia primaverile. A contrastare tale incredibile decisione vi sono però anche tanti maltesi. Nell’arcipelago così vicino a casa nostra, operano numerose associazioni, sia animaliste che protezioniste. Le abbiamo viste, ad esempio, manifestare contro i circhi che visitano Malta (circhi italiani) ma anche battersi con tanto coraggio contro una realtà ancora soverchiante quale è quella venatoria. Tra queste Associazioni, BirdLife Malta ed il CABS (Committee Against Bird Slaughter) dove operano anche italiani. Seguiremo i loro campi anti bracconaggio che si svolgeranno dal 10 al 24 aprile (BirdLife) e dal 21 aprile al 2 maggio (CABS). Speriamo così, grazie al tuo aiuto, di poter dare una mano per la salvezza di tanti animali. Durante la migrazione gli uccelli scelgono Malta per riposarsi. Trovano invece ad attenderli fucili e trappole in numero tale che non ha eguali al mondo.
Per questo inviatiamo tutti a compilare il form presente su GeaPress ed inviare la lettera che propone al Primo Ministro e al Ministro del Turismo maltesi. Nella pagina di GeaPress potrai inoltre vedere il video prodotto dal CABS. Aiuterà a capire una realtà caratterizzata da uno dei più alti tassi, non solo di caccia, ma anche di bracconaggio. Falchi pescatori, falchi pecchiaioli, lodolai, molte specie di aironi, ma anche limicoli, fringillidi, silvie e turdidi. A Malta, grazie anche agli scarsi controlli, niente ha scampo. In periodo di caccia aperta è consentito sparare anche dai motoscafi. Figuratevi cosa succede con il bracconaggio in un arcipelago non a caso molto povero di specie nidificanti. 13.000 cacciatori più i trappolatori, entrambi ufficiali.
Firma la PETIZIONE su GeaPress.
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DOVE SONO ANDATE TUTTE LE TARTARUGHE MARINE? APPELLO DEL CAPITANO PAULE WATSON

SULL'ARGOMENTO ABBIAMO GIA SCRITTO UN DETTAGLIATO REPORTAGE DISPONIBILE QUI

Dove sono finite tutte le tartarughe? Potremmo cominciare col chiederlo al governo del Costa Rica. Il Costa Rica ha questa immeritata reputazione di essere un paese ecologicamente responsabile e sensibile ai problemi ambientali. Ottime pubbliche relazioni, ma si tratta di una menzogna ben costruita.

È dal 1989 che mi occupo di protezione ambientale in Costa Rica, da quando Sea Shepherd Conservation Society ha, per la prima volta, scacciato i cacciatori di frodo dalle acque del Cocos Island National Park.

Da allora ho trattato spesso con politici e ufficiali del Costa Rica, ho provveduto a inviare a Cocos dei ranger muniti di equipaggiamento e attrezzature, ho messo fine ad alcune operazioni di pesca illegale di squali e coinvolto la Guardia Costiera costaricana in un confronto diretto in alto mare.

Resta comunque il fatto che, nonostante il Costa Rica continui a sostenere il contrario, il paese rimane il più tristemente noto in tutto il Centro e Sud America per il bracconaggio delle pinne di squalo. L’uso di pesticidi sulle piantagioni di banana e di caffè uccide migliaia di uccelli ogni anno. E, come queste immagini mostrano in maniera molto drammatica, i costaricani saccheggiano le uova delle tartarughe marine, contribuendo così alla diminuzione del numero di queste splendide e preziose creature.

Coloro che difendono lo sfruttamento delle uova sostengono che abbiamo a che fare con persone povere che stanno solo cercando di nutrire le proprie famiglie. Tuttavia, le tartarughe marine sono le povere madri di una specie che sta disperatamente cercando di sopravvivere. Tra dieci anni, quando le tartarughe marine non ci saranno più, i "poveri" non avranno più la possibilità di depredare ciò di cui hanno causato l’estinzione, e il mondo si sarà ulteriormente impoverito a causa della perdita delle tartarughe.

La povertà non può diventare la scusa, nè la giustificazione per l’estinzione di una specie. Ciò che fa questa gente è sbagliato. Sono sicuro che il governo del Costa Rica non se ne resterebbe impassibile a guardare queste persone mentre entrano in una banca e si prendono quello che vogliono. Rubare in una banca e derubare le tartarughe marine delle loro uova sono entrambi atti criminali, quindi perché la povertà ne giustifica uno ma non l’altro?

Sebbene la legge costaricana non lo ritenga tale, rubare le uova di tartaruga costituisce un crimine contro la natura e contro l’umanità, con conseguenze di portata ben peggiore rispetto al sottrarre della cartamoneta da una banca.

Non possiamo costantemente puntare il dito contro il riscaldamento globale come sola causa della diminuzione della biodiversità negli oceani del pianeta. Noi esseri umani stiamo uccidendo i nostri oceani in molti modi diversi e la pesca sregolata è la causa primaria della diminuzione della biodiversità.

Le uova che queste persone raccolgono non verranno usate come alimento. Quelle uova verranno esportate in Cina per arricchire la "cultura cinese del cibo". "Cultura del cibo" è il nuovo termine coniato per giustificare il consumo delle specie in via di estinzione, e sottintende che ogni tentativo di critica abbia radici razziste. Di conseguenza, qualsiasi genere di accusa relativa al consumo di carne di tonno, delfino, o balena in Giappone, e di pinne di squalo o di uova di tartaruga marina in Cina, ora viene convenientemente accantonata come razzista e permeata di una mancanza di tolleranza nei confronti della "cultura del cibo" del paese.

La nostra scelta può essere quella di "inchinarci" a questa manipolazione, chiudere la bocca e non fare niente, oppure di rigettarla in quanto ridicola e irrilevante, e concentrarci sulla più grave questione della diminuzione della biodiversità. Termini quali "sostenibile", "verde", e "amico dell’ambiente" sono solo dei paraventi per giustificare la continua distruzione della vita degli oceani. E’ molto semplice: non ci sono abbastanza pesci, tartarughe, delfini, balene, o foche per nutrire una popolazione di esseri umani in continua espansione.

Quello che queste persone stanno compiendo sulle spiagge del Costa Rica è un atto criminale. Ognuno di loro è un soldato impegnato nella guerra contro la natura e, fondamentalmente, contro gli interessi nostri e dei nostri figli.

Il Comitato per il Turismo della Costa Rica (CRTB) ha replicato a queste immagini sostenendo che "queste fotografie rappresentano un modello di sviluppo sostenibile" e che la raccolta delle uova di tartaruga marina ha l’approvazione del governo costaricano.

Secondo il CRTB, molte delle uova verrebbero comunque distrutte dalle tartarughe stesse mentre esse fanno ritrono in mare, e quindi queste persone stanno semplicemente raccogliendo delle uova che verrebbero altrimenti distrutte dalle madri delle tartarughe. Il CRTB sostiene che questo rappresenta un utilizzo"razionale" delle uova di tartaruga marina.

Guardate come girano le carte in tavola!

E noi non dobbiamo preoccuparci, perché la Costa Rica ci ha assicurato che le uova di tartaruga vengono imballate con un marchio ufficiale di approvazione da parte del governo.

Quindi, non abbiamo davanti niente di nuovo, se non per il fatto che adesso i bracconieri sono approvati dal governo, e i cinesi ricevono le loro uova di tartaruga con una targhetta verde che indica che quelle sono uova di tartaruga sostenibili e "amiche dell’ambiente" perché il governo costaricano dice così.

Nel frattempo, le popolazioni di tartarughe marine continuano a calare.

Questa è la protezione ambientale in stile costaricano. Dopo tutto, il governo del Costa Rica è il più attivo nella tutela ambientale in tutto il Centro e Sud America …è il Comitato del Turismo della Costa Rica che ce lo assicura!

Le uova deposte dalle femmine di tartaruga sulle spiagge del Costa Rica dovrebbero essere lasciate dove si trovano, e non c’è ragione per cui alcuna persona sia giustificata a rubare quelle uova a scopi commerciali. I cinesi non hanno bisogno di mangiare uova di tartaruga marina, e i costaricani non dovrebbero venderle.

In altre parole, lasciate in pace le povere tartarughe e lasciate fuori dalla discussione le vostre ridicole definizioni di "sostenibile" e "uso razionale". Non c’è niente di sostenibile nel rubare le uova, indipendentemente da quanto queste prostitute delle pubbliche relazioni ci considerino stupidi.

Cosa è possibile fare?
Contattate l’Ambasciata degli Stati Uniti in Costa Rica e l’Ambasciata del Costa Rica negli Stati Uniti e fate loro sapere che vi opponete alla vendita immorale delle uova di tartaruga marina in via di estinzione che il Costa Rica intrattiene con la Cina.

Ambasciata del Costa Rica negli Stati Uniti:
2114 S Street, N.W.Washington, DC 20008
Phone: 202-234-2945, 202-234-2946, 202-234-8653 Fax: 202-265-4795
E-mail: embassy@costarica-embassy.org
Head Ambassador, Muni Figueres
ambassador@costarica-embassy.org
Minister Counselor for Environmental and Cultural Affairs, Anna María Oduber

Ambasciata degli Stati Uniti a San Jose, Costa Rica:
Write to U.S. Ambassador, Anne Slaughter Andrew and Counselor for Press and Cultural Affairs, Mark Tauber
Street Address: Calle 120 Avenida 0, Pavas, San José, Costa Rica
Local Mailing Address, phone and fax:
920-1200 San José
Phone: 506-2519-2000
Fax: 506-2519-2305
E-mail: Regional Environmental Officer, Tim Lattimer, lattimertp@state.gov
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Petizione stop test su animaliSTOP TEST SU ANIMALI 25 Mar 2011
Firma la petizione Lav per il bando totale dei test cosmetici: il 2 - 3 e 9 - 10 aprile in centinaia di piazze italiane oppure su www.lav.it. Dai la preferenza ai cosmetici aderenti allo Standard "Stop ai test su animali" e richiedi alla Lav la "Guida pratica" da portare sempre con te... CONTINUA

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UNA PETIZIONE PER SALVARE IL MEDITERRANEO
Quando si parla di salvaguardia del mare e delle sue risorse, si pensa subito al controllo della pesca. Ma il Mediterraneo è in pericolo anche a causa di una forma di inquinamento quasi invisibile: 250 miliardi di micro-particelle di plastica che possono intossicare i pesci e addirittura il plancton, la base dell’ecosistema marino. La Spedizione M.E.D. (Méditerranée en danger) 2010-2013 è una grande campagna scientifica e ambientalista lanciata dall’Ifremer (Institut français de recherche pour l'exploration de la mer) e dall’Università di Liège (Belgio), con un’equipe di studiosi da una decina di laboratori universitari europei. Dopo una prima serie di analisi sui litorali di Francia, Spagna e nord-Italia, i ricercatori hanno stimato circa 250 miliardi di micro-particelle di plastica presenti, per 500 tonnellate complessive.
Le micro-particelle derivano dalla frammentazione di imballaggi e altri rifiuti, sono disperse dai flutti e dal vento, e vengono infine ingerite dai pesci e dal plancton. Sono perciò a rischio l’ecosistema, la biodiversità marina e la stessa catena alimentare.
Per prevenire una catastrofe ambientale, è necessario coinvolgere i cittadini e le istituzioni così da stabilire un sistema di regole adeguate. È perciò partita la raccolta di firme per una petizione europea, che può essere sottoscritta online alla pagina web http://www.expeditionmed.eu/petition. L’istanza è rivolta al Parlamento Europeo, al Presidente dell'Unione Europea, al Commissario per gli Affari Marittimi e della Pesca. Obiettivo: sollecitare un intervento adatto a mitigare la dispersione dei rifiuti in plastica nell’ambiente marino.
I cittadini europei e dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo che sottoscrivono la petizione:

  1. si impegnano a contribuire alla riduzione dei rifiuti, favorendo l’impiego di materiali riutilizzabili e riciclabili e optando per acquisti consapevoli, che stimolino l’offerta di prodotti con imballaggi compatibili con l’ambiente, minimizzando le quantità di rifiuti;
  2. chiedono al Parlamento europeo di rafforzare il quadro legislativo esistente (direttiva 94/62/CE relativa agli imballaggi e ai rifiuti da imballaggio): per stimolare produttori, importatori, utilizzatori e distributori di imballaggi a ridurre alla fonte il loro impatto ambientale, facendo attenzione a confezioni mono-uso, imballi primari (bottiglia, lattina, vasetto) e secondari (il cellophan o il cartone che raggruppa più bottiglie o lattine, etc.), riciclaggio e riutilizzo, smaltimento. Si richiede anche di controllare l’applicazione delle nuove regole su tutti i materiali prodotti e importati in UE;
  3. chiedono al Parlamento europeo di promuovere una campagna d’informazione per sensibilizzare le popolazioni sui gravi effetti della dispersione di rifiuti nell’ambiente.

L’Italia ha già vietato la vendita e distribuzione di sacchetti di plastica nei negozi e supermercati dall’1 gennaio 2011. Un’ottima notizia: fino al 2010 il nostro Paese ha consumato circa un quarto dei 100 miliardi dei sacchetti usati ogni anno in Europa. Le buste in plastica, realizzate prevalentemente in Asia (Cina, Tailandia, Malesia) devono essere sostituite da altre in carta o materiali biodegradabili (nei quali l’Italia è tra l’altro all’avanguardia sul fronte tecnologico e produttivo.
Per il download della petizione: http://www.expeditionmed.eu/petition/petition_Expedition_M.E.D.pdf. Fonte: IlFattoAlimentare a cura di Dario Dongo.
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Stop the Whale Massacre Whales Massacre Sostieni l'iniziativa per salvare i globicefali massacrati alle Isole Fær Øer. Dal sito di Beppe Grillo è possibile inviare una mail alla regina di Danimarca. Sul sito della Sea Shepherd Conservation Society è documentata la strage con tanto di cuccioli estratti dal corpo delle madri. La mattanza avviene all'inizio di ogni estate e vengono sistematicamente uccise, con armi da taglio, femmine gravide, senza alcuna distinzione. L'agonia può protarsi per 4 minuti e non 30 secondi come alcuni blogger vogliono farci credere. Siamo più propensi a credere alle testimonianze di chi è stato davvero sul luogo del massacro e a coloro che hanno realizzato registrazioni audio e video. Non sappiamo se le autorità danesi hanno realmente potere sulle scelte politiche della comunità delle Fær Øer, poiché sono autonome sin dal 1948, vi invitiamo comunque a sostenere l'iniziativa, cliccando sull'immagine sopra a sinistra per collegarsi al sito di Grillo.
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STOP AI TEST SU ANIMALI

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Petizione AVAAZ

Un terzo degli animali e delle piante rischia l'estinzione: le balenottere azzurre, la barriera corallina, e una vasta gamma di altre specie. L'ondata di estinzione guidata dall'uomo.. LEGGI E FIRMA LA PETIZIONE.

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un altro appello promosso da AVAAZ, associazione senza scopo di lucro.
Le api, intese come Apis mellifera, osmie, bombi, vespe e altre specie della famiglia, sono in declino in molti paesi del mondo a causa del'uso dei pesticidi neonicotinoidi ...... LEGGI E FIRMA LA PETIZIONE.
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I SOLITI GIAPPONESI?
PDF Letter asking for the release of captive whale sharks in Chiba, Japan. Presso il parco marino Hasama Ocean Park sono tenuti in cattività due squali balena. La detenzione di un pesce migratore come Rhincodon typus per fini puramente speculativi non può far altro che suscitare indignazione. Puoi contrubuire con la speranza di metter fine a tale prigionia inviando un allegato in formato pdf, disponibile in due lingue all'indirizzo riportato in questa pagina.