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Cod Art 0612 | Rev 00 | Data 11 Lug 2013 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

   

 

IDROCUZIONE E ANNEGAMENTO POST PRANDIALE

Continuiamo a presentarvi, con questo breve articolo, quelli che sono i potenziali pericoli che possono presentarsi in acqua, durante le immersioni, navigando o semplicemente divertendosi con gli amici.
Per altri articoli dedicati al tema "pericoli in mare", vedere a fondo pagina la sezione Articoli Correlati. Precisiamo che l'intento di questi articoli è quello di educare alla cultura della prevenzione. Solo così sarà possibile adottare comportamenti virtuosi e tali da non mettere in pericolo la propria vita e quella degli altri.

SINCOPE IN ACQUA
Per sincope si intende una perdita improvvisa e repentina della coscienza, con arresto involontario della respirazione e conseguente arresto cardiaco, con pericolo di morte se non si interviene nell’immediato con tecniche complete di rianimazione. Al momento della sincope può esserci o meno attività cardiaca. Nel primo caso si parla di sincope ipossica, nel secondo caso di sincope riflessa. La sincope ipossica è causata da una diminuzione della pressione parziale di ossigeno nel sangue, che determina una grave sofferenza cerebrale. In acqua si manifesta durante e dopo apnee prolungate, spesso in soggetti poco preparati e poco allenati. Può manifestarsi anche nella ipocapnia da iperventilazione, ovvero quando si determina una riduzione notevole della pressione parziale di anidride carbonica nel sangue. A volte, negli incidenti sub, si manifesta dopo embolia polmonare.
Nelle sincopi riflesse, come detto, si ha arresto cardiaco e cessazione della respirazione. Tuttavia la sofferenza cerebrale non è determinata da un rapido calo della pressione parziale di ossigeno nel sangue, ma dall'arresto cardio-circolatorio. In acqua la sincope riflessa è molto pericolosa, poiché se non si interviene subito, il rischio di morte è elevatissimo.

CAUSE DELLA SINCOPE RIFLESSA IN ACQUA: L'IDROCUZIONE
L'idrocuzione (neologismo coniato da Lartigue, utilizzato solo in ambito medico-forense) è una sincope che colpisce coloro che si immergono improvvisamente in acque fredde. Colpisce prevalentemente soggetti anziani e, tra questi, coloro che per altre ragioni legate allo stile di vita (scarsa attività fisica, sovrappeso ecc...) sono a maggior rischio di problemi cardio-circolatori. Tuttavia il rischio sussiste anche in soggetti perfettamente sani. Spesso vittime dell'idrocuzione sono giovani nuotatori oppure alcolisti fortuitamente finiti in acqua.
L'idrocuzione si determina quando la pelle molto calda è improvvisamente raffreddata dall'acqua di mare, per cui si ha un repentino calo della temperatura corporea. Non sono importanti i valori di temperatura dell'acqua e della superficie corporea, ma è importante la loro differenza di temperatura relativa.
La perdita di coscienza è spesso improvvisa, ma ci sono delle eccezioni: a volte subentra solo dopo bradicardia e una caduta graduale della pressione arteriosa, manifestandosi dopo 1 o 2 minuti dallingresso in acqua.
Prevenire la sincope da idrocuzione è semplice. Basta immergersi gradualmente in acqua, bagnandosi poco alla volta. Tale consiglio è da prendere alla lettera soprattutto se ci si sente molto accaldati, dopo intensa attività fisica, dopo aver bevuto alcolici e quando non si è in perfetta forma fisica.

FISIOPATOLOGIA DELL'IDROCUZIONE
Ma perchè l'idrocuzione provoca una sincope? Alla base di questo vi sono complessi meccanismi di natura vagale, che cominciano soprattutto a carico di aree particolarmente riflessogene, quali gli occhi, le mucose delle prime vie aeree, le aree del volto associate al trigemino, i genitali e la zona cutanea dell'addome (è facile immergersi in acque fredde sino alle gambe, ma è difficile bagnarsi la pancia e le spalle). L'improvvisa immersione nell'acqua fredda determina una consistente stimolazione delle terminazioni nervose tributarie del glossofaringeo, presenti nelle mucose nasali e a livello del faringe/laringe. Tali aree riflessogene afferiscono al nucleo dorsale del vago, il cui stimolo può tradursi in un arresto cardiaco immediato, ovvero in aritmie ventricolari quasi sempre mortali. Inoltre, in soggetti con apparato cardiocircolatorio compromesso, il repentino richiamo di sangue del territorio splancnico, determina spesso un gravissimo scompenso cardiaco. In sede autoptica, il quadro che si presenta al patologo forense non è particolarmente ricco. In genere sono presenti ipostasi (abbondanti), colorito vivido, fluidità ematica e ipostasi viscerale.

PREVENIRE L'IDROCUZIONE
La prevenzione è semplice ed efficace e si basa su poche regole: mai entrare in acqua accaldati, dopo un pasto abbondante, dopo aver bevuto alcolici e dopo un intenso sforzo fisico. Evitare anche bagni ripetuti poiché il coprpo umano impiega circa 60 minuti per ristabilire l'equilibrio tra temperatura corporea e quella dell'ambiente. La letteratura scientifica riporta casi di idrocuzione dopo bagni ripetuti. I bagni in fiumi e torrenti, sono statisticamente a maggior rischio di idrocuzione.

IDROCUZIONE E PATOLOGIE DELL'ORECCHIO
Alcuni soggetti con lesioni alla membrana timpanica, quando si immergono in acque fredde, possono subire una reazione labirintica, a causa del contatto dell'acqua con le strutture dell'orecchio interno. Tale reazione si manifesta con sintomi autonomici (ansia, tremori, palpitazioni) che si aggiungono alle inevitabili vertigini, tipiche della reazione labirintica, in grado di aumentare notevolmente il rischio di annegamento.

CENNI SULL'ANNEGAMENTO POST PRANDIALE
L'improvviso calo della temperatura corporea, che si manifesta dopo un ingresso rapido in acque fredde, può avere anche altre conseguenze, soprattutto dopo un pasto abbondante. La comparsa o meno di una congestione addominale, dipende dalla temperatura dell'acqua, dalla quantità e dal tipo di cibo ingerito, dal tempo intercorso tra il pasto e l'ingresso in acqua.
La congestione addominale si ha quando, all'improvviso, il sangue è dirottato dagli organi addominali alla periferia del corpo (sottocutaneo), con conseguente algia a livello dell’addome. Tale algia è potenzialmente causa di complicanze che possono evolversi anche nell'annegamento.

ANOMALIE DELL'ANNEGAMENTO POST PRANDIALE
Dopo un pasto abbondante, l'improvvisa immersione in acqua fredda determina, come detto, un improvviso richiamo di sangue dalla regione addominale alla periferia. Tale richiamo comporta l'entrata in circolo di proteine parzialmente digerite, le quali si comporterebbero come agenti allergeni, causando shock anafilattico. La stessa stimolazione della pelle provocherebbe liberazione di istamina e composti istaminosimili, il cui passaggio nel flusso ematico causa quella che viene definita crioanafilassi. Dunque, nell'annegamento post prandiale, spesso il decesso avviene non in seguito a complicanze digestive e/o cardiovascolari, piuttosto agli effetti, detti collassiali, che tali complicanze comportano. Segue perdita di forza e di coscienza, per cui si finisce, indirettamente, per annegare.

COME INTERVENIRE
Come altri analoghi incidenti in mare (annegamento), anche nell'idrocuzione è necessario intervenire tempestivamente con una rianimazione completa, ovvero con il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale. La celerità dell'intervento è fondamentale.

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BIBLIOGRAFIA