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Cod Art 0457 | Rev 00 | Data 07 Nov 2011 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

   

 

STORIA DI GENOVA E DELLA SUA FONDAZIONE I° parte

Questo breve articolo è da considerarsi parte integrante dell'articolo ALLUVIONE DI GENOVA: BREVE ESCURSUS STORICO E CONSIDERAZIONI.

La Liguria è abitata sin dai tempi antichi. Il Cro Magnon del paleolitico è largamente rappresentato, mentre rimane unica la testimonianza di una razza negroide nota come di Grimaldi, caratterizzata da cranio dolicocefalo, faccia bassa, apertura nasale larga e fortissima profatnia (proiezione avanzata delle mascelle al disotto del piano nasale), le cui tracce sono state rinvenute nella Grotta del Grimaldi, da cui il nome della popolazione.
Dopo il paleolitico superiore e il mesolitico scompaiono le tracce di presenze locali, anche se scavi recenti hanno evidenziato una frequentazione continua di alcune aree della Liguria. In particolare sono stati rinvenuti strati mesolitici a microbulini, termine che indica una tecnica per la produzione di manufatti come le punte di freccia. Tuttavia si ritiene che molte zone della Liguria, non siano state costantemente occupate, piuttosto siano state zone di passaggio, per costruire rifugi effimeri oppure stagionali.
Solo dal neolitico si hanno testimonianze di popolazioni stanziali, dedite all’agricoltura e al commercio, soprattutto con il continente attraverso il Danubio a nord e la penisola Iberica a ovest.
In età meno antiche, la più grande trasformazione culturale riguarda lo sviluppo delle imbarcazioni che portarono al commercio con popolazioni ben più lontane come quelle del Medioriente. Lo dimostra la presenza dell’ossidiana, assente nel continente e proveniente da Lipari, ove appunto si producevano e si commercializzavano grandi quantità di questo prezioso materiale. La vocazione commerciale di allora è suggerita dalle parole dello storico B. Brea: "il neolitico attua in Liguria uno stato di cose che anticipa virtualmente quello che sarà documentato a Genova in età storica: un porto e uno scambio di industrie".

Dalle successiva popolazioni dell’età del ferro, meglio delineate e documentate (civiltà di Golasecca) e sulle quali non divaghiamo poiché esula dai nostri scopi, si sono distaccati i Genuati, fondatori della città di Genova.
A rigor del vero, sono molte le leggende che vogliono i Liguri discendenti da popolazioni nordiche e, la più famosa di queste leggende, è quella di Fetonte e Cycno.
Cycno era il re dei Liguri, che pianse Fetonte colpito dalla folgore e caduto nel fiume Eridano (il fiume Po): le sorelle di Fetonte vennero trasformate in pioppi, le loro lacrime in ambra; Cycno venne trasformato in cigno. Il culto del cigno è proprio delle tradizioni nordiche e vorrebbe i liguri discendenti dagli Ambrones.
Ma il nome ‘Liguri’ potrebbe rivelare ben altro. L’etimologia e l’origine del termine è tipicamente mediterranea. Liga significa ‘melma, fango, palude’ e indica forse i primi abitanti della foce del Rodano poi costretti dalle invasioni Galliche a spingersi più a est, lungo i pendii delle Alpi Marittime. Ma Liguria è anche il nome di una cittadella medievale acquitrinosa (prata liguriae), nome forse ripreso e divulgato dai Greci.

I primi insediamenti della città di Genova, una necropoli preromana, vengono alla luce durante la costruzione di via XX Settembre, quando si smantellò e si distrusse senza tante remore ogni manufatto, impedendo lo studio della stratificazione e dei reperti. In tempi lontani, ma meglio documentati, le fonti greche parlano dei liguri relegati nelle loro oppida, città fortificate prive di un confine sacro (il pomerio), arroccate in alto, sulle pendici delle montagne.
Il sepolcro preromano è collocato sulle alture tufacee di S. Stefano e S. Andra; l’abitato romano si sviluppava verso il Molo, lo testimoniano i reperti di Piazza Cavour, oltre la Chiavica (Via Giustininani) e sulle alture di S. Lorenzo.

Dopo il II secolo d.C., Genova ebbe importanza come approdo intermedio per la navigazione di cabotaggio, praticata dai romani diretti verso la Provenza; non si sviluppò molto. Comunque mai si interruppe quel rinnovamento che ha sempre caratterizzato la città.
La popolazione, costretta in uno spazio ristretto, ha determinato un incessante lavoro di demolizione e costruzione, strati nuovi su quelli vecchi, attraverso passaggi e paessaggi difficilissimi da ricostruire. Per capire la topografia attuale quindi, non possiamo far altro che attenerci alla Pianta Zero del Barbieri, che permette una visione della Genova quasi vergine, quando ancora intere colline non erano state sbancate e le costruzioni più imponenti non esistevano.

La mappa riporta la grande struttura calcarea a forma di falce che da Peralto e Lucoli scende a Sarzano, per poi salire di nuovo in prossimità del promontorio di San Silvestro - Castello e, infine, declinare nuovamente verso una piccola penisola rocciosa oggi inglobata nel Molo Vecchio, che forma la protezione del Mandraccio.
Si ritiene che in origine il mare penetrasse profondamente nelle insenature ed in particolare il Bisagno, tra Carignano e lo Zerbino, sfociasse in un bacino dove pare sia nato il primo porto di Genova. Anche il Rivo Torbido pare arrivasse fino a Portoria (Barbieri, 1938).

Mappa fluviale Genova antica
Mappa fluviale di Genova antica. Ingrandisci

Si suppone che il primo insediamento urbano sia sorto sulle alture di Sarzano, punto di partenza per i primi commercianti che scendevano sino al lido e alla zona portuale solo per lo scambio delle merci. La Ripa (Mandraccio) è probabilmente stata la prima zona di scambio.
Un primitivo sistema stradale scendeva dall’oppido sino al porto. La Mappa Zero del Barbieri aiuta a individuare questo sistema di sentieri. Il primo, da Val Polcevera, scendeva sino a Capo di Faro o forse sino all’attuale Porta degli Angeli; il secondo era la via del Bisagno, che varcava il Rivo Torbido al Ponticello, per proseguire poi ai piedi del Colle di Multedo, sino alla Riviera.
Poi Genova venne distrutta nel 205 a.C., ed edificata da Spurio Lucrezio che probabilmente riassestò edifici e viabilità preesistenti. Da qui l'espansione, lenta ma costante, della città verso valle e attorno al porto, che trasformarono la città in una delle Repubbliche Marinare.

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