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04 FEBBRAIO 2013

UNA MINIERA DI TITANIO NEL PARCO DEL BEIGUA?
In questi giorni sula stampa sono apparse notizie a proposte di sfruttamento minerario nel Parco Naturale Regionale della Liguria del Beigua, nell'area del Monte Tarinè, ma l'Ente Parco comunica di non aver ricevuto alcuna comunicazione né dalla Regione Liguria, né da società di sorta.
Il Parco del Beigua sottolinea che "Ad oggi, gran parte delle aree citate negli articoli pubblicati sui quotidiani, in particolare quelle nel territorio comunale di Sassello, sono soggette a vincolo ai sensi della Legge Regionale n.12/1995, laddove sono esplicitamente vietate (per effetto della citata norma regionale, nonché della Legge quadro nazionale sulle aree protette n. 394/1991) l'apertura e l'esercizio di miniere, cave e discariche, nonché l'asportazione di minerali. L'area è tutelata anche ai sensi delle Direttive Comunitarie relative alla Rete Natura 2000. Dal 2005, inoltre, il comprensorio del Beigua è riconosciuto dall'Unesco come Geoparco di valenza internazionale".
Secondo quanto scrive il Secolo XIX, nel Parco ci sarebbe uno dei più grossi giacimenti di titanio d'Europa: 400 milioni di tonnellate di rutilio, la forma mineralogica del titanio, il tutto viene presentato come un affare (per chi?) da 500 milioni di euro all'anno e con un valore complessivo del giacimento di titanio valutato tra i 400 e i 600 miliardi di euro. Il rutilio sarebbe concentrato in un'area ristretta di 500 metri per 1.880, tra i 400 e i 900 metri di quota del Monte Tarinè, vicinissimo alla microscopica frazione di Piampaludo, a 30 Km dall'autostrada Voltri-Alessandria. Per arrivare al giacimento bisognerebbe costruire una nuova strada che penetrerebbe nel Parco Naturale, devastandolo. Leggi tutto su GreenReport.