BiologiaMarina.eu

 

 



ARCHIVIO 2013 (espandi | comprimi)

ARCHIVIO 2012 (espandi | comprimi)

ARCHIVIO 2011 (espandi | comprimi)

ARCHIVIO 2010 (espandi | comprimi)

ARCHIVIO 2009 (espandi | comprimi)

 

   

15 MARZO 2013

Elasmobranchs of the Mediterranean and Black Sea: Status, Ecology and BiologyLO STATO ECOLOGICO DEGLI SQUALI DEL MEDITERRANEO E DEL MAR NERO: TUTTI A RISCHIO ESTINZIONE
La Commissione Generale della Pesca per il Mediterraneo, uno degli organismi regionali dell'Agenzia Alimentare dell'ONU che lavora nel settore pesca, ha presentato lo studio "Elasmobranchs of the Mediterranean and Black Sea: Status, Ecology and Biology" che lancia un fortissimo allarme: "Nel Mar Mediterraneo, nel corso degli ultimi 200 anni, gli squali sono diminuiti di oltre il 97%, sia in numero che nelle catture. Anche nel Mar Nero, nonostante le informazioni siano scarse, le catture delle principali specie di squalo si sono circa dimezzate, a partire dall'inizio degli anni '90. Questa perdita potrebbe avere serie implicazioni per l'intero ecosistema marino, con gravi conseguenze per le reti alimentari della regione". Lo studio conferma che gli elasmobranchii, gli squali e le razze, sono di gran lunga il gruppo di pesci marini a maggior rischio di estinzione nel Mediterraneo e nel Mar Nero, dove vivono circa 85 specie. Delle 71 specie stimate nel Mar Mediterraneo nel 2007, 30 di esse (vale a dire il 42%) sono oggi state definite sotto minaccia, tra queste il 13 % sono in condizioni critiche di estinzione , l'11% a rischio ed il 13% vulnerabili. Un altro 18% è stato categorizzato come quasi minacciato.
I pesci cartilaginei hanno caratteristiche biologiche che li rendono molto vulnerabili: basso tasso di fecondità, maturità sessuale tardiva e crescita lenta. Per questi motivi che questioni come la pesca eccessiva, un largo impiego di pratiche di pesca non selettive ed il degrado dell'habitat, colpiscono queste specie più di altre, sottolinea la FAO.
In linea generale, gli squali e le razze non vengono pescati deliberatamente nel Mediterraneo e nel Mar Nero, ma catturati casualmente. Gli sbarchi annuali di pesca segnalati nel Mediterraneo e nel Mar Nero ammontano, al momento, a circa 7.000 tonnellate, rispetto alle 25.000 tonnellate del 1985, una chiara indicazione della gravità del declino. Adesso la pesca degli squali si sta intensificando, a motivo di una domanda crescente di pinne, carne e cartilagine di squalo. A questo vanno aggiunte le interferenze negative sugli habitat, prodotte dal traffico navale, dalle costruzioni, dalle miniere e dalle trivellazioni sottomarine, dai prodotti chimici, dall'inquinamento sonoro e dalla contaminazione elettromagnetica. Una tra le misure più recenti adottate dalla Commissione Pesca della FAO per proteggere gli squali e le razze, è il divieto del finning, cioè dell'asportazione delle pinne in mare con il successivo rigetto delle carcasse e la riduzione ed il confinamento della pesca a strascico a 3 miglia nautiche dalla costa, per rafforzare la protezione degli squali costieri. La Commissione ha anche raccomandato ai paesi del Mediterraneo e del Mar Nero, di investire in programmi di ricerca scientifica, tesi a identificare possibili aree vivaio e a prendere in considerazione la possibilità di aree chiuse e periodi di fermo per proteggere il novellame di squali e razze dalle attività di pesca. Inoltre, la Commissione ha organizzato diversi incontri e corsi per meglio comprendere queste specie ed i loro habitat e per creare un ambito di riferimento di conoscenza regionale, che possa guidare i paesi membri della Commissione nello sviluppo di piani per proteggere queste importanti specie. Fonte: GreenReport [modificato].