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24 GIUGNO 2013

TURCHIA, IL BOOM ECONOMICO DI ERDOGAN CHE DISTRUGGE L’AMBIENTE MARINO
Le politiche dello "sviluppo-ad-ogni-costo" che il primo ministro della Turchia, Recip Tayyip Erdogan continua a propagandare nel suo tour di comizi contro le manifestazioni che hanno preso il via dalla difesa del Gezi Péark di Piazza Taksim di Istanbul, sono anche la causa del declino delle popolazioni di cetacei e foche nei mari locali. Sulmaan Khan un freelance turco che scrive anche per The Economist, The American Interest ed YaleGlobal, qualche giorno fa, mentre infuriavano gli scontri in tutta la Turchia, raccontava di un incontro con un branco di tursiopi a sud del Bosforo, dove lo stretto si apre nel Mar di Marmara, proprio di fronte ai monumenti più famosi di Istanbul: la Moschea Blu, il Topkapi, la Basilica di Santa Sofia. Ma i cetacei si sono subito dileguati disturbati da un velocissimo motoscafo, per ricomparire a poche centinaia di metri di distanza, tra le petroliere e i cargo che punteggiano il Mar Marmara e poi sono scomparsi.
Khan ricorda che "Le acque di Istanbul pullulavano di vita marina: pesci spada, tartarughe marine, anche foche monache del Mediterraneo. Le foche monache sono scomparse dalle acque locali, anche se hanno abbondanti popolazioni di pesci. Ma, in una delle vie d'acqua più trafficate del mondo, restano diverse specie di cetacei. Oltre ai tursiopi, il Bosforo è la patria di delfini comuni che in realtà sono timidi e vengono avvistati raramente, di focene (in calo), alcune stanziali nello stretto, altre che seguono la migrazione dei pesci dal Mediterraneo al Mar Nero. Ma tutte queste specie di cetacei sono ora classificate come in pericolo o vulnerabili, mentre il rapido sviluppo costiero della Turchia e la dilagante pesca eccessiva pongono minacce all’esistenza delle popolazioni di delfini e focene che una volta erano tra le più grandi del mondo".
Secondo gli scienziati e gli ambientalisti, la difficile situazione dei mammiferi marini della Turchia è emblematica di un problema più ampio: il governo del partito islamico di Erdogan sacrifica l’ambiente allo sviluppo economico. Le proteste turche sono più "moderne" delle rivolte delle primavere arabe proprio perché hanno la difesa dell’ambiente come origine e la difesa dei sicomori e dei pini del Gezi Park come innesco della rivolta per tutelare i diritti civili e i beni comuni. Leggi tutto su GreenReport.

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