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26 SETTEMBRE 2013

I BLACK HOLES DELL'OCEANO ATLANTICO
Secondo i ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo (ETH) e dell'Università di Miami, alcuni dei più grandi vortici oceanici della Terra sono matematicamente "equivalenti" ai misteriosi buchi neri dello spazio.
Sul tema, George Haller, docente al Politecnico di Zurigo e Francisco Beron-Vera, oceanografo dell'Università di Miami, hanno pubblicato un loro studio sul Journal of Fluid Mechanics, sviluppando una nuova tecnica matematica per individuare questi vortici.
I due ricercatori, isolando questi vortici da una sequenza di osservazioni satellitari, intendevano individuare ‘isole d’acqua coerenti’ in un oceano turbolento.
Haller e Beron-Vega hanno verificato che, nell'Oceano Meridionale, un gruppo di vortici emerge regolarmente al largo della punta meridionale dell'Africa, identificandone sette nella zona delle Agulhas che hanno trasportato masse d'acqua senza perdite per quasi un anno.

Vortici simili a quelli osservati da Haller e Beron-Vega sono quelli che si staccano regolarmente dai "meandri" della corrente del Golfo. Dai meandri a nord della corrente, si staccano grandi vortici ciclonici (ruotano in senso orario) che hanno vita breve, confluiscono infatti verso le coste del nord America per poi svanire. I meandri a sud della stessa corrente formano invece grandi vortici anticiclonici che si dirigono poi verso est, intrappolando al loro interno acqua calda e comunità planctoniche del tutto diverse da quelle che circondano i vortici stessi. Tali correnti circolari sono dunque isolate, e possono essere colonizzate sono da animali capaci di contrastare le correnti (pesci e rettili marini). Fonte: - Politecnico Federale di Zurigo (ETH) - Via GaiaNews [modificato].

Haller G, Beron-Vera F: Coherent Lagrangian Vortices: The Black Holes of Turbulence. Journal of Fluid Mechanics, vol. 731 (2013) R4: doi:10.1017/jfm.2013.391

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